Lazio

Santa Cecilia, Jakub Hrůša e la viola di Antoine Tames

Direttore sul podio il 26 maggio per brani di Strauss e Martin&#

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 22 MAG - Ultimo appuntamento di stagione per Jakub Hrůša, direttore ospite principale di Santa Cecilia, che torna sul podio il 26 maggio alle 20.30 - repliche il 27 alle 18 e il 28 alle 18, Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone - con un programma che impagina due poemi sinfonici di Richard Strauss e due composizioni di Bohuslav Martinů. Con il direttore cèco si esibirà Antoine Tamestit, tra i più grandi violisti al mondo.
    Negli ultimi due anni è stato artista residente della London Symphony Orchestra, della Staatskapelle di Dresda, della Philharmonie di Colonia e del Prague Spring Festival. A Santa Cecilia ha debuttato nel 2008 mentre la sua ultima presenza risale al 2019. Antoine Tamestit suona una viola del 1672, la prima viola in assoluto che Antonio Stradivari abbia creato, su gentile concessione della Habisreutinger Foundation.
    La serata si apre con il Don Juan di Strauss, che ritrae in musica un Don Giovanni instancabile ricercatore della bellezza.
    Seguiranno due brani del compositore cecoslovacco Martinů (1890-1959): la Rapsodia Concerto, per orchestra e viola, è tra le composizioni più intense di tutta la letteratura per questo strumento, con momenti di alto virtuosismo e fu composta negli Stati Uniti nel 1952. Segue Memorial to Lidice, un breve poema sinfonico che ricorda la distruzione dei villaggi di Lidice e Lezaky per mano dei nazisti che tra il 9 e il 10 giugno 1942, per vendicare l'attentato (Praga, 27 maggio 1942) e poi la morte di Reinhard Heydrich, governatore del Protettorato ddi Boemia e Moravia, uccisero tutti gli uomini e deportarono le donne e i bambini.
    Chiude il concerto Morte e trasfigurazione, composto da Strauss tra il 1888 e il 1890. Il programma della composizione è stato sintetizzato dallo stesso compositore in una lettera del 1894: "Sei anni fa mi venne in mente l'idea di rappresentare musicalmente in un poema sinfonico i momenti che precedono la morte di un uomo, la cui vita fosse stata un continuo tendere ai supremi ideali: un tale uomo è per eccellenza l'artista".
    (ANSA).
   

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