Lazio

Rose e bandiere rosse alla camera ardente per Citto Maselli

Accanto al feretro la foto del regista a pugno chiuso

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 23 MAR - Un cuscino di rose rosse con la dedica della vedova Stefania Brai e la bandiera rossa di Rifondazione Comunista, insieme a una foto del cineasta sorridente, sono sul feretro di Citto Maselli nella sala della Protomoteca in Campidoglio dove è stata aperta la camera ardente che precede il saluto laico per il regista, scomparso il 21 marzo a 92 anni.
    Ad accoglierlo il sindaco di Roma Roberto Gualtieri insieme a Stefania Brai, il segretario di Rifondazione Maurizio Acerbo e alcuni rappresentanti dell'Anpi con fazzoletto tricolore al collo. Tra i primi ad arrivare per rendere omaggio a Maselli il collega e amico Marco Bellocchio con la moglie Francesca Calvelli, Furio Colombo, Vincenzo Vita, Blas Boca Rey, Valentina Carnelutti, Daniele Vicari, Roberto Cicutto e l'assessore alla cultura Miguel Gotor. Davanti al feretro la bandiera dell'Anpi (in fondo anche il gonfalone dell'associazone, vicino alla corona di Roma Capitale) e il cuscino di anthurium di Rifondazione. Accanto, una foto del regista a pugno chiuso.
    "Citto è una di quelle persone che non associ mai all'idea della fine. E' sempre stato un uomo profondamente impegnato, una figura unica nella cultura, nella politica, sempre coerente con le proprie idee. Sempre innovativo e non fazioso, come invece qualcuno lo dipingeva, era molto aperto alla dialettica", ha detto Giuseppe Tornatore.
    Per Bellocchio, Maselli è stato "un grande regista, un intellettuale, politico e militante, sempre coerente con le proprie idee. Lo ricordo in particolare perché mi incantava con i suoi ricordi, lo ascoltavo per ore e ore, con i racconti sulla Resistenza, aveva conosciuto tutti, mi aveva detto che a tre anni era stato tenuto in braccio da Pirandello". Bellocchio lo ha sempre ammirato "per il suo rigore, la sua scelta stilistica anche negli ultimi film che ha fatto. La sua era una ricchezza.
    Non potremo più godere della storia come sapeva raccontarla".
    (ANSA).
   

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