Lazio

Una casa fatta ad arte, la visione di Cambellotti

A Roma mostra sul maestro alla Biennale di Monza del 1923

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 20 MAR - L'allestimento interno della casa come riflesso della dimensione etica e della natura psichica della vita degli abitanti, capace di influenzare le loro emozioni e orientare le loro predilezioni, "consentendo poi di formare anche buoni cittadini e buoni governanti". Duilio Cambellotti immaginava così gli effetti di un abitare armonico orientato dall'arte. Seguendo questo filo si sviluppa a Roma la mostra dedicata fino al 6 aprile dalla Galleria Russo al maestro e alla sua visione 'totale' che nella prima metà del Novecento ha abbracciato disegno, illustrazione, grafica, pittura, ceramica, scultura e scenografia teatrale. Il racconto muove da un aspetto particolare, la sua partecipazione nel 1923 a Monza alla Biennale delle Arti Decorative per allargarsi alla produzione di una vita.
    'Duilio Cambellotti. Raccogliere una forma attorno a un pensiero', curata da Daniela Fonti e Francesco Tetro, responsabili dell'Archivio dell'Opera dell'artista, mette insieme 160 opere della raccolta illustrando 40 anni di attività multidisciplinare svolta dall'artista-artigiano romano dal 1899 al 1939. Certo, a giocare un ruolo centrale è sempre il disegno, il tratto inconfondibile della moderna classicità che caratterizza illustrazioni, manifesti, incisioni. Ma a colpire è soprattutto l'attenzione al dettaglio nei bronzi e nella decorazione di vasi, piatti, brocche e mattonelle ispirate ai miti dell'antichità e al vivere quotidiano delle popolazioni dell'agro pontino all'inizio del secolo. Un altro capitolo della mostra è riservato alla figura femminile e al suo passaggio da "libellula a mater familias, vittima degli effetti della guerra: rimasta sola a mandare avanti la propria famiglia, il suo podere o come lavorante presso altri, se rimasta vedova". E' questo il motivo che spinse l'artista a rappresentare donne dal volto addolorato in molti monumenti ai caduti del 1915-18 , a cominciare da quello di Terracina (Latina). Suggestiva è anche la selezione di modellini, bozzetti, disegni e cartelloni realizzati per le scenografie delle grandi tragedie greche a Siracusa, il Giulio Cesare di William Shakespeare (1906) e La Nave di Gabriele d'Annunzio (1908) a Roma. (ANSA).
   

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