Lazio

Omicidio Pecorelli:legali famiglia, cercare Dna su reperto

In Procura a Roma da tempo aperto fascicolo contro ignoti

Mino Pecorelli

Redazione Ansa

 "Oggi ricorre l'anniversario dell'omicidio di Mino Pecorelli, ucciso a Roma nel 1979, uno dei più grandi misteri della storia della Repubblica. Il movente di questo delitto va certamente ricollegato alle inchieste scomode condotte da questo giornalista coraggioso su potenti e potentati dell'Italia degli anni Settanta". Lo affermano in una nota gli avvocati dei familiari Valter Biscotti e Claudio Ferrazza, insieme all'avvocato Giulio Vasaturo della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, ricordando che un fascicolo contro ignoti è ancora aperto in Procura a Roma.
    Secondo i legali "la soluzione del caso può derivare dall'utilizzo degli strumenti classici dell'investigazione forense. In quasi 45 anni i metodi di indagine sono particolarmente evoluti, soprattutto nell'ambito delle indagini genetiche". Gli avvocati ricordano che "in prossimità del luogo dell'omicidio fu rinvenuta una cravatta (certamente non di Pecorelli). Il reperto fu a suo tempo analizzato per verificare se vi fossero frammenti di vetro, ma l'esito negativo ne fece un elemento trascurato".
    Oggi, sostengono i legali, "quella cravatta dovrebbe essere ancora conservata fra i corpi di reato e con l'esame del Dna si potrà verificare se sono rinvenibili sul tessuto tracce biologiche da confrontare col profilo genetico di potenziali sospettati. Lo Stato lo deve alla famiglia di Mino Pecorelli ed all'intera comunità dei giornalisti italiani ed ogni pista investigativa deve essere percorsa", affermano gli avvocati annunciando che nei prossimi giorni i legali si recheranno i procura per sollecitare questi accertamenti tecnici.
   

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