Lazio

Shalabayeva: 'c'erano i presupposti per tenerla nel Cie'

La Corte: 'Espulsione anche per l'uso di un documento falso'

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 15 MAR - Sostiene che c'erano "tutti i presupposti" perché la sedicente Alma Ayan, in realtà Alma Shalabayeva, fosse collocata in un centro di accoglienza temporaneo la Corte d'appello di Perugia motivando l'assoluzione di tutti gli imputati che erano stati invece condannati in primo grado per le presunte irregolarità compiute nel rimpatrio della moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov insieme alla figlia Alua. Tra loro Renato Cortese e Maurizio Improta, allora dirigenti della squadra mobile e dell'ufficio immigrazione della questura di Roma.
    "La persona di cui si procedette all'identificazione, che disse di avere nazionalità centrafricana ma emerse essere kazaka, era regolare in Italia, sulla base dei dati disponibili e che furono valutati dagli imputati? La risposta è no" scrivono i giudici. Il che unito all'uso di un documento falso "ne impose l'espulsione, a quel punto da eseguire solo mediante rimpatrio in Kazakhistan" è scritto ancora nelle motivazioni. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it