Lazio

Per militare morto a Roma sospettato un trentenne

Piantedosi,più agenti

Il caporale maggiore dell'Esercito Salvatore Lucente Pipitone in una recente foto

Redazione Ansa

Dalle analisi delle telecamere e dalle prime testimonianze ci sarebbero pochi dubbi: le banche dati degli investigatori indicano un nome e la foto segnaletica di un trentenne di origine tunisina, che ha precedenti per spaccio di droga e violenza sessuale. E' lui, secondo la squadra mobile di Roma, il principale sospettato per l'omicidio di Salvatore Lucente Pipitone, il caporal maggiore dell'Esercito aggredito la notte tra venerdì e sabato scorso nella zona di Centocelle a Roma durante una lite in strada. Gli agenti stanno braccando il giovane nordafricano, che però potrebbe aver tentato la fuga sotto falso nome. Il cerchio sulla vicenda, e sul movente dell'omicidio, potrebbe quindi chiudersi a breve, poche ore dopo la morte di Pipitone. Il 44enne, che lavorava come infermiere all'ospedale militare del Celio, era stato ricoverato in gravissime condizioni al Policlinico Umberto I dopo che alcuni passanti avevano allertato le forze dell'ordine: i sanitari lo avevano trovato con un taglio al sopracciglio e un profondo colpo dietro la nuca.

Ferite che gli sono state fatali. Sulla scia di sangue a Roma, dove continuano gli episodi di violenza soprattutto in periferia, è intervenuto anche il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, il quale - rispondendo alle domande dei giornalisti a Catanzaro - ha spiegato: "questo ci impegna sempre di più a rafforzare le strutture di polizia. Ci stiamo lavorando anche in termini di rafforzamento sia degli organici che delle capacità operative". Pipitone è stato aggredito mentre andava a riprendere la sua auto, nel quartiere periferico di Centocelle a sud di Roma, in via dei Sesami, in una zona troppo spesso in preda a bande di spacciatori e prostitute. L'ipotesi della rapina però resta quella più lontana, visto che la vittima quando è stata soccorsa aveva ancora con sé denaro e il cellulare. Chi lo ha pestato a morte sarebbe comunque fuggito su una Fiat 500 Abarth noleggiata e secondo gli investigatori si tratterebbe del trentenne, il cui nome è presente nella banca dati dell'Ufficio stranieri della Questura di Roma dal 2013. Successivamente l'uomo era stato arrestato per spaccio di droga e rimesso in libertà circa cinque anni fa, per poi essere identificato dall'Ufficio stranieri della Questura di Rieti. Non si può ancora escludere che al momento il giovane sia in possesso di documenti falsi, nel tentativo di eludere i controlli con altre identità.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it