Lazio

Migranti: ammiraglio de Felice, le ragioni del blocco navale

Presentato a Roma il libro 'Fermare l'invasione'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 06 DIC - "La schiavitù moderna nasce dal corollario della tratta degli esseri umani e dell'immigrazione clandestina. Disgraziati, illegali che arrivano in Europa senza una tutela giuridica , senza un contorno sociale, abbandonati a se stessi che provocano problematiche e tensioni sociali, e anche lavorative col ceto medio quasi inesistente in Europa.
    Lavoratori forzati, schiavi agricoli, abituati a finire nelle mani della criminalità organizzata e nella prostituzione. Se non a finire come pedine di Al Qaida. L'unica soluzione è quella di non far partire questi illegali, per evitare morti in mare, bloccandoli dalla zona di partenza". Così l'ammiraglio Nicola de Felice alla presentazione del suo libro 'Fermare l'invasione - Le ragioni del blocco navale' presso la Sala del Cenacolo di Vicolo Valdina.
    L'ammiraglio nel 2015 recuperò ad Augusta, in Sicilia, le 900 salme del barcone affondato alle coste libiche. L'evento è stato l'occasione per spiegare le ragioni del libro, frutto dell'esperienza diretta sull'emergenza migrazione ai tempi odierni. "Con molto piacere ho organizzato a Roma la presentazione del libro 'Fermare l'invasione'. È stata l'occasione non solo di divulgazione di un'opera di analisi tecnica su come attuare il controllo del mar Mediterraneo rispetto al fenomeno incontrollato dell'immigrazione di massa", afferma il deputato e coordinatore di Fdi Roma Massimo Milani.
    "Ma è stato anche un importante momento di confronto tra tecnici del settore Difesa e politici chiamati ad assumere disposizioni normative in Italia e nel dialogo con l'Unione Europea per fermare un fenomeno illegale e foriero di microcriminalità o sfruttamento di manodopera dequalificata e a basso costo sul territorio nazionale ed europeo. Non vogliamo più vedere morti nel mediterraneo né fantasmi nelle nostre campagne o per le strade delle nostre città. FdI lavorerà perché i flussi siano controllati, legali, con occupazione lavorativa, sistemazione abitativa, ecc. Esattamente come quanto accade negli altri paesi europei. L'accoglienza è possibile solo con una reale integrazione", conclude Milani. (ANSA).
   

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