Lazio

Barbareschi, Eliseo resta teatro storico con artisti prestigiosi

"Non capisco reazioni alla vendita. Ho investito 18 milioni"

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 14 GEN - "Non capisco la tensione che si è levata intorno alla notizia della vendita del Teatro Eliseo".
    Così Luca Barbareschi, direttore artistico, attore, regista e produttore, risponde alle tante telefonate e richieste di informazioni arrivate dopo l'annuncio di vendita dell'immobile.
    "Innanzitutto la vendita prescinde dalla sua gestione. L'Eliseo resta e resterà un teatro storico, posto al centro di Roma, con una programmazione dedicata agli artisti e ai progetti più prestigiosi del panorama culturale italiano".
    "Non comprendo la sorpresa o l'indignazione - precisa ancora - di chi si chiede come mai Luca Barbareschi abbia messo in vendita uno dei complessi culturali più importanti di Roma.
    Credo che sia sufficiente dire che nella storia del teatro, dopo il maestro Giacchino Rossini, nessuno ha mai investito tanto denaro privato per mantenere vivo un polo culturale. La vendita è un tema a sé, che prescinde dal macrotema, quello della continuità di offerta teatrale che purtroppo si scontra con la reale mancanza di risorse. Le nostre sale sono chiuse fin dall'inizio della pandemia. In questo periodo ho lavorato alacremente per individuare risorse nuove, alternative, e ho già individuato un partner privato importante che ci sosterrà con una cifra rilevante. In verità mancano ancora quasi 3 milioni per rendere possibile la riapertura. Ma sono fiducioso, soprattutto per l'attenzione e le rassicurazioni ricevute dal ministro Franceschini, dal Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e dall'Assessore alla Cultura del Comune di Roma Miguel Gotor".
    Barbareschi ricorda che "tra il 2017 e 2018 abbiamo ricevuto 8 milioni extra FUS che sono serviti per la facciata storica, gli impianti di climatizzazione e per tre progetti speciali di produzione. A parte ciò io ho messo personalmente quasi 18 milioni, che, a conti fatti, sono esattamente la differenza che risulta dalla mancanza di sovvenzioni adeguate negli anni".
    (ANSA).
   

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