Lazio

Caravaggio e Artemisia, tra dramma e seduzione

A Palazzo Barberini tema di Giuditta e Oloferne tra '500 e '600

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 25 NOV - La visione violenta e sensuale che del mito biblico di Giuditta Caravaggio ha restituito in un dipinto entrato per la sua forza dirompente nell'immaginario collettivo, accanto all'interpretazione tutta femminile di quello stesso tema offerta da un'artista tenace, coraggiosa e appassionata come Artemisia Gentileschi: si gioca tutto sulla potenza drammatica l'incontro tra i due celebri artisti a Palazzo Barberini di Roma, nella mostra "Caravaggio e Artemisia: la sfida di Giuditta. Violenza e seduzione nella pittura tra Cinquecento e Seicento", allestita dal 26 novembre al 27 marzo 2022. A cura di Maria Cristina Terzaghi, l'esposizione si sviluppa attorno alla celeberrima tela caravaggesca "Giuditta che decapita Oloferne" - a 70 anni dalla sua riscoperta, avvenuta nel 1951 grazie al restauratore Pico Cellini, e a 50 dall'acquisizione da parte dello Stato - per indagarne la fortuna e la capacità di rappresentare nella storia della pittura un punto di rottura proprio per la sua rivoluzionaria composizione, divenuta un modello a cui in tanti si sono ispirati. Sono 31 le tele esposte in un percorso denso, articolato in 4 sezioni, che racconta le tante interpretazioni del tema di Giuditta tra il XVI e il XVII secolo: dapprima il contesto cinquecentesco a evidenziare i primi tentativi di una nuova rappresentazione, poi l'impatto deflagrante della tela di Caravaggio, in cui per la prima volta centrale è la veemenza del delitto e il momento culminante dell'emozione. Nella terza sezione compare invece Artemisia Gentileschi, massima interprete del mito di Giuditta, che più volte insieme al padre Orazio si misura con questo soggetto: la pittrice sceglie di immedesimarsi nell'eroina biblica e coglie la possibilità di veicolare il messaggio di una donna forte, esempio di virtù. Infine, la quarta sala, dedicata al confronto tra il tema di Giuditta e Oloferne e quello di Davide e Golia. (ANSA).
   

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