Lazio

Gdf confisca beni per 460 mln a patron porto turistico Roma

Eeguito decreto da Militari del Comando Provinciale Gdf Roma

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 05 AGO - Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito il decreto di confisca, emesso dalla locale Corte di Appello e divenuto definitivo all'esito della pronuncia della Suprema Corte di Cassazione, del patrimonio mobiliare e immobiliare, per un valore stimato di oltre 460 milioni di euro, riconducibile a Mauro Balini, patron del "Porto turistico di Roma". Confiscate quote societarie, capitale sociale e intero patrimonio aziendale di 13 società; 522 unità immobiliari e 28 terreni siti in Roma, per lo più facenti parte del complesso "Porto turistico di Roma", che ha continuato ad essere operativo, dal 2016, sotto il controllo di amministratori giudiziari; 6 autoveicoli e crediti societari e disponibilità finanziarie.
    L'imprenditore romano, fu arrestato dalle Fiamme Gialle nel 2015 per associazione per delinquere finalizzata a fatti di bancarotta fraudolenta, riciclaggio, impiego di denaro di provenienza illecita e intestazione fittizia di beni.
    Gli approfondimenti economico-patrimoniali condotti dagli specialisti del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria sul reticolo societario riconducibile all'imprenditore, anche tramite imprese estere o intestate a familiari o compiacenti prestanome, hanno consentito di accertare la disponibilità di beni in misura assolutamente sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati e la provenienza quale provento e reimpiego dei reati contestati.
    Balini poteva contare anche su rapporti con esponenti del clan del litorale romano come i Fasciani e Spada. Nei loro confronti l'imprenditore concedeva, a prezzo irrisorio o addirittura a titolo gratuito, la gestione di attività presso stabilimenti balneari o la gestione del parcheggio interno al porto turistico. (ANSA).
   

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