Lazio

Eccezionale al Circeo, i resti di 9 uomini di Neanderthal

Nella Grotta Guattari. Franceschini: "Si arricchisce la storia"

Redazione Ansa

(di Silvia Lambertucci) (ANSA) - ROMA, 08 MAG - Un viaggio nel tempo lungo oltre 100mila anni, quando il territorio del Lazio, intorno al monte Circeo, era abitato dagli uomini di Neanderthal, 'cugini' più anziani e poi misteriosamente estinti dell'homo sapiens. Ma anche da animali feroci, iene, rinoceronti, orsi delle caverne.
    Esemplari grandissimi come lo spropositato megalocervo o l'elefante, o antichi come l'Uro, una razza di bovino poi estinta. E' quello che stanno facendo archeologi, paleontologi, antropologi, archeobotanici che da ottobre 2020 sono impegnati in una nuova campagna di scavo condotta dalla soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio di Frosinone e Latina in collaborazione con l'Università di Tor Vergata al Circeo (Lt) nella Grotta Guattari, uno dei più importanti siti del paleolitico medio, che ora si arricchisce di un nuovo eccezionale ritrovamento con i resti riportati alla luce di 9 individui di Neanderthal e di un incredibile numero di preziosi fossili, animali e vegetali.
    Di fatto una sorta di smisurata banca dati che sarà utilissima per ricostruire la storia di questo pezzo di territorio in un arco di tempo lontanissimo che va da 125mila a 50mila anni fa. "Una scoperta straordinaria che arricchisce le ricerche sull'uomo di Neanderthal", sottolinea il ministro della Cultura Franceschini.
    Sparito all'incirca nel 26.000 a. C. l'uomo di Neanderthal - spiega Mario Rubini, direttore del servizio di antropologia della SABAP per le province di Frosinone e Latina - "è una tappa fondamentale dell'evoluzione umana, rappresenta il vertice di una specie ed è la prima società umana di cui possiamo parlare".
    Scoperta casualmente nel 1939, la Grotta Guattari, studiata dal paleontologo Alberto Carlo Blanc, era stata in pratica sigillata da un crollo 60mila anni fa. Già negli anni '40 era considerata di grande importanza. Questo per il ritrovamento allora di una calotta cranica straordinariamente ben conservata, ma anche perché al suo interno tutto è rimasto come in quel tempo lontanissimo. Il nuovo intervento, fatto con l'aiuto di tecnologie e competenze che 80 anni fa non erano neppure immaginabili e allargato ad una zona della grotta che non era mai stata indagata, apre ora scenari di enorme interesse per la ricerca. (ANSA).
   

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