(ANSA) - ROMA, 22 MAR - Lo Spazio Giovani Scuola d'Arti
MaTeMù (Cies) di Roma - il centro aperto al territorio che dal
2010 offre ad adolescenti spazi gratuiti di crescita artistica e
culturale, ascolto, aiuto, orientamento e divertimento - dal 18
marzo 2021 apre tutte le mattine e mette a disposizione
computer, connessione e supporto educativo per ragazzi e ragazze
che hanno difficoltà a connettersi da casa.
In totale adempimento delle norme di sicurezza, lo scorso 18
marzo, il noto centro di promozione artistica, di inclusione e
aggregazione giovanile e lotta alle diseguaglianze sociali, ha
deciso così di
venire incontro alle mille difficoltà logistiche e psicologiche
che molti ragazzi stanno affrontando in questo periodo.
"Abbiamo iniziato con 5 ragazze/i e possiamo arrivare fino a 12
in totale sicurezza - dichiara Dina Giuseppetti, responsabile
del centro -. Ci sarà solo un/una ragazzo/a in ogni stanza, tra
quelli che possono raggiungerci a piedi o in macchina. Avremo
mascherine ffp2 e finestre spalancate.
La presenza e l'affiancamento degli educatori è in grado di
garantire la dimensione della
relazione, che sostiene nei momenti di disattenzione, di noia,
di distanza".
Con l'autorizzazione del Municipio Roma I e in collaborazione
con DOORS - il progetto
selezionato da impresa sociale Con i Bambini nell'ambito del
Fondo per il Contrasto alla povertà educativa minorile, la nuova
iniziativa di MaTeMù punta a supportare gli alunni ma si mette a
disposizione anche di insegnanti, educatori e educatrici per
concordare modalità che aumentino il
sostegno.
"Crediamo che tutti gli spazi territoriali possano essere a
fianco della
scuola per superare questo momento - riprende Giuseppetti - e
che si debba provare a
percorrere tutte le possibilità che ci offre la didattica
laboratoriale, facendo fronte alle situazioni
di maggiore vulnerabilità e ai rischi di estremizzazione delle
marginalità sociali. L'obiettivo di tutte le attività messe in
campo deve essere dimostrare che la distanza che oggi ci è
richiesta è solo una distanza fisica, non sociale. Non deve
essere distanza affettiva né amplificatore delle
differenze di status sociale, come invece rischia di diventare".
(ANSA).
Con MaTeMù la Dad in compagnia, centro aperto ai ragazzi
In Municipio I, 'distanza fisica non sociale'