Lazio

Nucleare: sindaci e assessore Lazio,no sito scorie in Tuscia

C'è alta incidenza tumori, zona a vocazione agricola e turistica

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 11 GEN - "Siamo consapevoli della necessità di individuare un sito per le scorie nucleari nazionali, il tema per la nostra provincia però è un altro. Siamo una provincia che evidenzia una incidenza di patologie tumorali, malformative, e degenaritive superiore alla media nazionale. E' appena il caso di ricordare il radon, l'arsenico nelle acque, fitofarmaci e pesticidi. Non è pensabile non applicare al nostro territorio quel "principio di precauzione" che invita ad evitare in ogni modo la presenza di ulteriori fattori potenzialmente a rischio di comorbilità. Per questo il nostro no deve essere totale ed assoluto, lo dobbiamo alla salute dei nostri cittadini ed in modo particolare dei nostri figli". Lo afferma un documento firmato da sei sindaci e da 40 amministratori di comuni della provincia di Viterbo a proposito dell'identificazione del sito dove collocare il deposito nazionale delle scorie nucleari. I primi firmatari del documento sono Federico Grattarola Sindaco di Vignanello, Luca Benni Sindaco F.F.di Montalto di Castro, Piero Camilli Sindaco di Grotte di Castro, Marco Perniconi Sindaco di Bomarzo, Paolo Dottarelli Sindaco di Bolsena e Angelo Giuliani Sindaco di Orte.
    Anche Massimiliano Valeriani, assessore al Ciclo dei Rifiuti della Regione Lazio ha espresso la sua contrarietà. "Oggi ho partecipato ad una riunione con gli amministratori locali organizzata dalla Provincia di Viterbo per discutere dei 22 siti della Tuscia individuati nella Carta nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee alla localizzazione del Deposito unico dei rifiuti radioattivi. Ho ribadito l'apprezzamento nei confronti del Governo, che si sta impegnando per porre fine ai ritardi nella ricerca di un deposito nazionale, ma ho anche confermato che il territorio del Lazio presenta già un quadro fortemente impattante legato all'inquinamento nucleare di origine industriale e medica". "La Tuscia viterbese -aggiunge - ha una forte vocazione agricola e turistica, in quell'area sono presenti numerosi vincoli archeologici e paesaggistici: condizioni che non consentono la realizzazione di grandi impianti con un rilevante impatto sull'ambiente". (ANSA).
   

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