Lazio

'Falso caso della Madonna di Civitavecchia', Ammaniti querelato

La famiglia Gregori, protagonista nel 1995 della vicenda, contro il regista della serie tv 'Il miracolo' per un'intervista ritenuta 'di carattere diffamatorio'

La Madonnina di Civitavecchia

Redazione Ansa

La famiglia Gregori, protagonista nel 1995 della vicenda della Madonnina di Civitavecchia, ha querelato il regista Niccolò Ammaniti, in relazione alla serie tv 'Il miracolo' dove una statua della Madonna piange sangue. Nella denuncia si fa riferimento ad un'intervista di Ammaniti, "di carattere diffamatorio", nella quale affermava che la Madonna di Civitavecchia lacrimò "sangue di pollo" e che tutto "era un falso". Nella serie tv si fa riferimento al caso di Civitavecchia.

Torna dunque alla ribalta il caso della Madonna di Civitavecchia, che cominciò il 2 febbraio del 1995. I riferimenti nel film tv di Niccolò Ammanniti 'Il Miracolo' non sono piaciuti alla famiglia Gregori, proprietaria della statua al tempo degli eventi, ovvero la presunta lacrimazione di sangue, che ha deciso di querelare il regista.

    L'articolo del codice penale indicato nella querela è il 595, quello sulla "diffamazione". Fabio Gregori si riserva anche di costituirsi parte civile "nell'istaurando procedimento penale".

    Gregori, nelle sei pagine di denuncia, ripercorre tutta la vicenda che ebbe risvolti anche giudiziari. "Quanto affermato dall'Ammaniti, forse cercando di riaccendere i riflettori su una vicenda che ebbe un fortissimo eco mediatico e dunque sperando di poter fare più pubblicità alla sua serie tv, ha riaperto una ferita che io e la mia famiglia credevamo chiusa. Ciò sta provocando in me un fortissimo senso di malessere, sto rivivendo l'orrenda sensazione di sentirmi accusato di qualcosa ben sapendo di essere innocente", si legge nell'atto depositato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Civitavecchia. Gregori ricostruisce la vicenda personale, in cui fu coinvolto anche in un procedimento penale ("che il Gip archiviò", ricorda Gregori) presso il Tribunale di Civitavecchia. L'accusa era quella di reato di truffa e abuso della credulità popolare.

    Ci furono poi le richieste di prelievo del sangue, le perquisizioni della casa, la ressa di gente e di operatori dell'informazione. "Tutti gli eventi sopra richiamati - indica Gregori - hanno costretto me e la mia famiglia a subire un lungo calvario anche giudiziario nonché spesso ad essere sottoposti alla gogna mediatica".
    Oltre alle parole del regista, secondo il quale il caso di Civitavecchia era "falso", l'allusione del film tv alla vicenda di oltre 23 anni fa è rintracciabile anche nel fatto che la serie "inizia proprio all'interno di un covo di un boss della 'ndrangheta" e all'epoca l'avvocato dei Gregori "era contemporaneamente impegnato professionalmente presso la Dda di Catanzaro".
    Infine Gregori ricorda che le indagini svolte all'epoca dei fatti accertarono che il sangue ritrovato sulla piccola statua era "umano".

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