Lazio

Mafia Capitale, i numeri del maxiprocesso

Quarantasei imputati, un esercito di sessanta avvocati, oltre 130 udienze previste fino a luglio. Migliaia di intercettazioni e centinaia di documenti depositati

Chi sono e che ruolo avevano i personaggi che componevano la cupola romana.

Redazione Ansa

Quarantasei imputati, un esercito di sessanta avvocati, oltre 130 udienze previste fino a luglio. Migliaia di intercettazioni e centinaia di documenti depositati. I numeri del maxiprocesso a Mafia Capitale restituiscono l'importanza del procedimento in corso nell'aula Occorsio della cittadella giudiziaria di piazzale Clodio. L'attenzione mediatica e politica, non solo italiana, sarà rivolta al primo atto del processo che ha terremotato i palazzi dell'amministrazione capitolina e di riflesso la vita economica di Roma. Sono già oltre settanta le testate giornalistiche accreditate per seguire le udienze davanti ai giudici della X sezione penale presieduta da Rosanna Ianniello. Ottanta gli accrediti per telecamere e fotografi giunte  alla presidenza del Tribunale.

Molte le testate di media stranieri che seguiranno il 'processo evento'. Il procedimento a Massimo Carminati e al suo gruppo criminale arriverà nelle case di mezzo mondo per raccontare il malaffare che ha caratterizzato l'amministrazione di Roma negli ultimi anni, il marcio che si annidava nei palazzi del potere capitolino. In queste ore sono in via di trasferimento gran parte degli imputati così come disposto dal presidente della sezione Rosanna Ianiello. Una quindicina di persone, detenute in varie parti di Italia, saranno trasferite nel carcere di Rebibbia in modo da poter essere presenti dalla seconda udienza in poi al processo. Compariranno nelle celle dell'aula bunker di Rebibbia dal prossimo 10 novembre mentre ciò che accadrà in aula lo potranno seguire in videoconferenza. Non potranno, invece, mai essere presenti al processo tre imputati eccellenti che avranno solo il video come opzione per seguire le varie udienze.

Si tratta di Carminati, l'ex terrorista ritenuto a capo del clan e attualmente detenuto in regime di 41 bis a Parma, Salvatore Buzzi, ras delle cooperative e braccio operativo dell'organizzazione e Riccardo Brugia, uomo legato a Carminati e presunto custode di armi, mai però trovate dagli inquirenti. Nella prima udienza saranno presenti in aula 22 imputati, tutti quelli raggiunti da provvedimenti cautelari ai domiciliari. Tra loro alcuni ex amministratori locali tra cui Mirko Coratti, già presidente del Consiglio comunale, e Giordano Tredicine, consigliere comunale. E probabilmente anche Luca Odevaine, da ieri ai domiciliari. All'udienza non si esclude la presenza di personalità del mondo della politica anche se l'ex sindaco Ignazio Marino ha già fatto sapere che non ci sarà. Anche all'esterno del tribunale sono in programma alcune manifestazioni con la massiccia partecipazione di semplici curiosi. Il primo atto, secondo le previsione, si limiterà alle questioni preliminari che saranno sollevate dagli avvocati degli imputati o alle istanze di costituzioni delle parti civili con in prima linea quella di Roma Capitale firmata dal prefetto Francesco Paolo Tronca. Solo l'inizio di un lungo duello con la Procura che in aula sarà rappresentata dal procuratore aggiunto Michele Prestipino e dai sostituti Paolo Ielo, Luca Tescaroli e Giuseppe Cascini

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