Lazio

Anziano accoglie in casa donna che lo soggioga per 4 anni, arrestata carnefice

Segregato e umiliato a Roma, lasciato solo al buio e senza cibo

Foto d'archivio

Redazione Ansa

Per quattro anni lo ha segregato in casa, umiliandolo, riducendolo alla fame e costringendolo nel letto dal quale non riusciva più neanche ad alzarsi. E' l'inferno nel quale ha vissuto un anziano 77enne che aveva dato ospitalità ad una donna di 41 anni che ben presto si è trasformata nella sua carnefice. Ieri gli agenti della Squadra Mobile l'hanno arrestata notificandole il divieto di dimora nel comune di Roma e quello di avvicinarsi all'anziano.
 

Tutto ha inizio quando l'uomo, vedovo, ha deciso di accogliere in casa sua la donna che era stata cacciata di casa dalla madre. Un gesto che si è trasformato nell'inizio di un incubo. La donna, infatti, lasciava l'anziano da solo in casa per tutto il giorno, segregato nel suo letto dal quale non poteva neanche scendere per la presenza di alte barre metalliche. Ore ed ore passate da solo nella sua stanza, al buio, con le tapparelle abbassate e solo una pezzo di pane o una merendina per pasto. Nella stessa stanza venivano segregati anche due cani in condizioni igieniche precarie.

L'anziano era stato costretto anche ad indossare il pannolone che gli veniva cambiato solo due volte al giorno. Da quanto riscontrato dalle indagini, la donna era solita umiliare, picchiare e denigrare l'uomo, dandogli pugni ed unghiate, o sbattendogli la testa sul muro quando - una volta ogni due giorni - lo lasciava da solo nella doccia. Per due volte, infatti, l'anziano era stato accompagnato in ospedale per le ferite inferte dalla donna ma che, naturalmente, lei aveva attribuito a cadute accidentali. L'aguzzina, che nel tempo aveva anche cercato medici compiacenti che attestassero inesistenti problemi psichici per l'incapacità di intendere e volere, gli aveva anche sequestrato i documenti ed il bancomat, oltre ad essersi fatta firmare i documenti per il ritiro della pensione e per sottrargli la casa popolare.
   

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