Lazio

Mattarella riceve famiglia Stefano Tachè

Bimbo ebreo ucciso nell''82, citato in discorso presidente. Il fratello: fare chiarezza

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 1 APR - Visita oggi al Quirinale dal presidente Sergio Mattarella per la famiglia di Stefano Gaj Tachè, il bambino ebreo di due anni ucciso nell'attentato alla sinagoga di Roma del 9 ottobre 1982. Nel discorso di insediamento Mattarella aveva ricordato il bimbo vittima di terroristi palestinesi. La famiglia Tachè - il padre di Stefano, Joseph, la madre Daniela, la nonna Tina e il fratello Gadiel - è accompagnata dal presidente degli ebrei romani Riccardo Pacifici e dal rabbino capo Riccardo Di Segni.

"Perché quel tragico giorno non era presente la sorveglianza delle forze dell'ordine davanti al Tempio Maggiore di Roma?". E' la domanda di Gadiel Tachè, fratello di Stefano, ucciso a due anni davanti alla Sinagoga di Roma nel 1982, nel suo discorso durante la visita con i familiari al Quirinale al presidente Sergio Mattarella. "Per tanti anni ho custodito dentro di me molte domande e molti pensieri - ha detto Tachè secondo www.romaebraica.it -. Primo fra tutti il terribile dubbio che qualcuno avesse deciso di sacrificarci in nome di altri interessi. Fino a pochi giorni fa ho sempre avuto la sensazione che l'attentato alla Sinagoga del 9 Ottobre 1982 fosse percepito dall'opinione pubblica italiana come un dolore principalmente sentito dalla Comunità Ebraica".
"Il riferimento a Stefano Gaj Tachè, come un 'figlio nostro' - ha detto rivolto al Capo dello Stato -, di tutta l'Italia, nel suo discorso d'insediamento, è giunto inaspettato e mi ha profondamente colpito e commosso!".
"Mi auguro che la sua grande sensibilità sull'argomento porti una volta per tutte all'eliminazione di qualsiasi Segreto di Stato su questa terribile vicenda - ha detto ancora Gadiel Tachè, che aveva 4 anni all'epoca della morte del fratellino -, che non ha coinvolto soltanto la Comunità Ebraica ma tutto il nostro Paese".
   

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