Lazio

Cantiere Portuense, emergono tombe e terme antiche. Visite dal 29 luglio

Trovati oggetti femminili, spazzole e spilloni. Al lavoro la Sovrintendenza di Roma

Redazione Ansa

    Benvenuti allo scalo Portuense, affollato hub di duemila anni fa. Terme maschili e femminili, una stazione di posta e un luogo di culto, alla confluenza delle arterie che nutrivano Roma, la via Portuensis e la via Campana. Il cantiere di scavo di via Portuense è stato presentato oggi. I lavori consegneranno il raddoppio della carreggiata di via Portuense e lo snellimento del traffico. Ma dal 29 luglio sarà possibile visitare gli scavi, che hanno rivelato tombe, terme e oggetti femminili.

Il cantiere di scavo di via Portuense è stato presentato oggi da Laura Cianfriglia, archeologa responsabile dello scavo, Maurizio Veloccia, presidente del Municipio XI, Paolo Masini, assessore capitolino ai Lavori Pubblici. L'attuale via Portuense ripercorre il tracciato antico della via Portuensis che, in questo punto, incrociava la via Campana: strade sulle quali viaggiavano tonnellate di anfore con olio, granaglie, sale, tessuti e tutte le importazioni necessarie a una città che in fase imperiale raggiunse un milione di abitanti. Le strutture archeologiche che saranno aperte alla visita su prenotazione, grazie all'iniziativa della Soprintendenza in collaborazione col Municipio XI, sono quelle emerse dal febbraio 2014, in un cantiere che si estende a monte e a valle del ponte ferroviario. Gli scavi hanno portato alla luce un gran numero di oggetti femminili: una cinquantina tra spatole e spilloni in osso e in avorio, cucchiaini per il trucco, il manico di uno specchio, diversi contenitori per il balsamo. Tra gli ambienti spicca per qualità della conservazione quello che presenta una grande vasca, alta oltre 2 metri, foderata in cocciopesto.
"I lavori degli ultimi anni confermano la ben nota alta densità di presenze antiche -spiega il Soprintendente Mariarosaria Barbera- attestata dalle fonti scritte e confermata dagli scavi eseguiti negli ultimi decenni. Dopo il restauro le testimonianze restituite dagli scavi, secondo il consolidato orientamento dello Stato, saranno restaurate e esposte al pubblico in una sede della Soprintendenza appartenente al territorio di provenienza".
   

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