Friuli Venezia Giulia

Femca Cisl denuncia, 'a Trieste il sistema idrico è colabrodo'

Tra le criticità anche la rete danneggiata e scarsi investimenti

Redazione Ansa

(ANSA) - TRIESTE, 10 MAG - Un acquedotto colabrodo, le bollette più alte del Friuli Venezia Giulia, un organico ridotto, a fronte di ricavi in crescita, e scarsi investimenti: la Femca Cisl, attraverso un convegno promosso oggi a Trieste dal titolo "Acqua bene comune o bene economico?", denuncia la situazione idrica cittadina definita "critica".
    "Siamo davanti a un caso emblematico - spiega per la Femca Cisl, Marcantonio Papagni - ovvero quello della trasformazione di un'importante multiutility pubblica in una società privata i cui processi di privatizzazione e di finanziarizzazione dei servizi essenziali, orientati esclusivamente al profitto e utili solo a ripagare gli azionisti, hanno contribuito ad allontanare sempre più le scelte decisive dalle mani dei Comuni e dalla qualità della vita dei cittadini".
    La Femca Cisl spiega inoltre che, confrontando i numeri al momento dell'entrata del Gruppo Hera in AcegasAps nel 2013 con quelli attuali, i dipendenti su Trieste sono passati da un migliaio a 700, ma i ricavi nel ciclo idrico di AcegasApsAmga si sono incrementati, a parità di acqua venduta, di oltre il 60%, passando da 108 milioni di euro a 165 milioni. Inoltre quasi la metà dell'acqua viene dispersa nella rete, che presenta ancora per il 25% tubature in ghisa e con alcune tratte che risalgono al 1929. "Le recenti rotture - aggiunge Papagni - confermano come l'intera rete idrica del territorio di Trieste versi oramai in uno stato di continua emergenza".
    Tra gli interventi anche quello della coordinatrice della Cisl di Trieste-Gorizia, Michela Anastasio, "l'acqua è un bene pubblico - ha sottolineato - e deve restare un bene pubblico.
    Serve un cambio di rotta urgente". (ANSA).
   

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