Friuli Venezia Giulia

"Gluck auf", l'urlo di vita dei minatori risuona a Tarvisio

Ripercorsa la dura vita della miniera Cave del Predil

Redazione Ansa

(ANSA) - TARVISIO, 06 GEN - L'urlo risuona nella sala, "Gluck auf"!. Non ha la stessa forza liberatoria e beneaugurante che esprimevano i minatori ogni volta che uscivano - ancora una volta vivi - dalla miniera al termine del turno di lavoro, ma la partecipazione è corale. Nell'ambito della rassegna culturale 'CamporossoRacconta', alla Vicinìa di Camporosso (Tarvisio, Udine) la proiezione del docufilm "Avenal", della regista Anna Sandrini, proprio sulla comunità sorta intorno alla miniera delle Cave del Predil, e le testimonianze di alcuni protagonisti, hanno ricordato l'attività e le ricadute sociali del duro lavoro in miniera.
    "Della miniera ci si innamora", essa è un luogo dove si realizza una "miscela di razze tra siciliani, bellunesi, calabresi, sloveni e, ovviamente, friulani", una babele di lingue e di culture dove la solidarietà e la fiducia sono indispensabili per poter lavorare riducendo il rischio di incidenti. A raccontarlo sono stati quattro ex minatori del Predil, oggi arzilli vecchietti giunti con le eleganti divise nere, i guanti bianchi e le mostrine con i distintivi di Raibl (Cava del Predil in tedesco). Le testimonianze sono state toccanti, perfino solenni, un tratto che scaturisce dal rispetto per il lavoro, la fatica fisica, e, appunto, per la condivisione, lo spirito di comunità che nasce spontaneamente da un lavoro particolare e pericoloso come quello in miniera.
    "La miniera ha il suo odore ed ha il suo rumore, che è quello dell'acqua che scorre e dei vagoni che corrono sul binario", racconta uno di loro, sceso a centinaia di metri nel sottosuolo per la prima volta quando aveva cinque anni. "Fui colpito dall'odore; l'ho risentito, decenni più tardi quando, frantumando un piccolo diaframma di roccia, fui investito da una folata di profumo di roccia fresca". Un altro recita la "Poesia del minatore", e insieme ricordano tutti Cave, orgogliosa comunità autarchica, lavoro duro ma paghe buone ed esonero dalla guerra, oggi piccolo borgo un po' fuori mano nei pressi del confine con la Slovenia. (ANSA).
   

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