Friuli Venezia Giulia

Corte Conti: Spedicato, serve piano liste attesa sanità Fvg

'Tutte le aziende si dotino di pianti pandemici entro settembre'

Redazione Ansa

(ANSA) - TRIESTE, 22 LUG - In Friuli Venezia Giulia il saldo delle prestazioni sanitarie legate alla mobilità interregionale (attiva e passiva) è negativo "per 4.430.510 euro (dovuto principalmente alla mobilità passiva), importo che la Regione dovrà versare allo Stato e che le aziende dovranno accreditare alla Regione", a fronte delle prestazioni che i residenti hanno effettuato al di fuori del Fvg. Il servizio sanitario regionale "appare meno attrattivo". "Se il fenomeno dovesse dipendere dalle lunghe liste di attesa, tale criticità non va affrontata sotto la spinta delle urgenze, ma gestita attraverso un'oculata e continua pianificazione". Lo rileva il procuratore generale della Corte dei Conti presso la Sezione giurisdizionale per il Fvg, Tiziana Spedicato, in occasione del giudizio di parificazione del Rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2020.
    La pianificazione, dice, "richiede valutazione concreta delle priorità, controllo stringente dell'appropriatezza della domanda, risposta pubblica massimizzata e deviazione al privato convenzionato con il Servizio sanitario pubblico con un controllo rigorosissimo su percorsi, appropriatezza, costi". "E' necessario effettuare analisi stringenti sui fenomeni di fuga, imponendo un monitoraggio costante sulle prestazioni esternalizzate al privato talora fuori regione".
    Nel bilancio regionale, aggiunge Spedicato, la spesa sanitaria è "la componente più significativa, e in aumento". Nel 2020 sono stati assegnati 2.856,9 mln al servizio regionale destinati "in prevalenza (circa 85%) alla gestione dei Lea sanitari e in minor misura a pay back farmaci (2,4%), a mobilità sanitaria (7,12%), a gestione epidemiologica (3,15% ovvero 90,3 mln) e a investimenti (2,41%)".
    Al momento per Spedicato è "opportuno che tutte le aziende si dotino di piani pandemici concreti, applicabili in caso di quarta ondata, pronti a fine settembre 2021", che si intervenga sui di processi di informatizzazione che "scontano attualmente frammentarietà e disomogeneità" e che, per quanto riguarda le patologie extracovid, gli ospedali pubblici garantiscano "risposte certe e tempestive, altrimenti risultano ingiustificate le risorse inutilizzate a fronte delle significative contrazioni di attività operatoria e diagnostica".
    (ANSA).
   

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