Friuli Venezia Giulia

Buffon con Sgarbi visita mostra a Trieste

"Esperienza da fare. Non tralasciare minimo cultura e sapere"

Redazione Ansa

(ANSA) - TRIESTE, 20 AGO - Una visita di oltre due ore per il portiere della Juve e della Nazionale, Gigi Buffon, alla mostra "Le stanze segrete di Vittorio Sgarbi", a Trieste, accompagnato dallo stesso critico, fra decine di tifosi che hanno spesso circondato il portiere per chiedergli autografi, foto e selfie. Buffon è arrivato a Trieste in treno poco dopo le 12, accolto alla stazione da un paio di centinaio di tifosi che, già sui binari, gli hanno chiesto decine di autografi, anche su magliette e palloni. Ha poi raggiunto piazza Unità e a piedi il Salone degli Incanti, dove sono esposte le opere della collezione privata di Sgarbi, protagonista nei giorni scorsi di una polemica con il Comune di Trieste sulla promozione dell'esposizione, che - secondo il critico - è stata inadeguata e limitata. Proprio durante la polemica, Sgarbi aveva annunciato che Buffon si sarebbe recato a Trieste per visitare la mostra. "E' sicuramente un'esperienza che va fatta - ha commentato il Buffon durante la visita - soprattutto per una persona come me, sicuramente profana, che però ha voglia di potersi migliorare e ha voglia di conoscere". "Credo che faccia bene ogni tanto passare anche per me delle giornate normali, da persona normale - ha aggiunto Buffon - cercando di rilassare il corpo e la mente in modo che si possa operare in maniera migliore nei prossimi giorni e prepararci ai prossimi eventi sportivi. Credo che non vada tralasciato un minimo di cultura e un minimo di sapere". "Mi accorgo che è preparato, curioso, molto attento e sofisticato", ha detto Sgarbi riferendosi all'interesse con il quale Buffon ha visitato la mostra, nonostante la presenza nel Salone degli Incanti, di numerosissimi tifosi, soprattutto giovani e giovanissimi, anche di altre squadre. "Faccio sempre parte della Nazionale e la Nazionale riesce sempre a riappacificare tutti - ha commentato Buffon con i giornalisti - Il fatto che anche dei piccoli appassionati di altre squadre possano vedere in me non un idolo ma un riferimento, un giocatore da apprezzare, questo mi inorgoglisce. Spero - ha concluso - di poter continuare a comportarmi in campo, e magari anche fuori se possibile, in un modo decoroso per poter far sì che possa continuare essere un riferimento per loro".

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