(di Pietro Guastamacchia)
(ANSA) - BRUXELLES, 28 APR - L'Europa si muove per
regolamentare l'Intelligenza Artificiale (AI), irrigidire gli
standard di sicurezza per i chatbot come ChatGpt e imporre un
quadro normativo a sviluppatori e produttori che vogliono fare
affari nel mercato unico. Bruxelles prova quindi a imporre un
suo modello di AI "rispettosa della privacy, incentrata
sull'individuo e basata sui diritti fondamentali", una sfida
ambiziosa in un mercato dove Stati Uniti e Cina lasciano invece
correre a briglie sciolte il progresso tecnologico.
Nell'accordo siglato dai gruppi politici all'Eurocamera
l'attenzione è rivolta soprattutto ai cosiddetti 'foundation
models', blocchi di sapere primario che fungono da architrave
per il funzionamento delle tecnologie ad AI. Per il testo
licenziato dagli eurodeputati tali elementi dovranno essere
rigorosamente "progettati e sviluppati in conformità con il
diritto dell'Ue e i diritti fondamentali, inclusa la libertà di
espressione". L'accordo elimina infatti l'uso più invasivo di
alcune tecnologie. "La nostra proposta prevede il divieto di
alcune pratiche inaccettabili come il 'social scoring', ovvero
la classificazione dei comportamenti sociali su modello cinese,
lo stop agli algoritmi che leggono le emozioni in contesti di
lavoro o educativo e il divieto di utilizzo di telecamere
biometriche a riconoscimento facciale nei luoghi pubblici", ha
spiegato Brando Benifei, eurodeputato del Pd e relatore del
testo. "Il divieto assoluto dell'uso delle tecnologie che
individuano e mappano senza consenso le emozioni e i
comportamenti era la linea rossa per i Verdi", ha rimarcato
all'ANSA il loro negoziatore, il tedesco Sergey Lagodinski,
insistendo sul fatto che, in caso contrario, "si rischiava di
rendere sistematica nel mondo digitale la discriminazione su
base religiosa o sessuale".
Punto fondamentale dell'accordo è anche la divisione delle
tecnologie in classi di rischio con un processo di revisione,
certificazione e controllo umano per tutte assegnate alla fascia
ad alto rischio. L'accordo tra i relatori al Pe sull'AI non è
stato né rapido né scontato. Cuore dello scontro che ha visto
quasi saltare il tavolo è stato il blitz ambientalista dei Verdi
che ha imposto un paragrafo sulla mitigazione ambientale delle
tecnologie ad AI, paragrafo mal digerito dalla delegazione del
Ppe. I popolari in cambio però hanno portato a casa una menzione
particolare al rispetto del copyright e all'obbligo per tutte le
tecnologie ad AI di menzionare l'immagazzinamento o l'utilizzo
di qualsiasi opera d'intelletto soggetta a diritto d'autore.
Il testo frutto dell'accordo informale dovrà ora andare al
voto della commissione Mercato Interno dell'Eurocamera l'undici
maggio, dopodiché sarà il turno dei negoziati con Consiglio e
Commissione Ue in cui toccherà a Benifei difendere il testo
frutto dell'accordo con i suoi colleghi. Particolarmente aspra
si annuncia la battaglia sul divieto assoluto di utilizzo delle
tecnologie di riconoscimento facciale ad intelligenza
artificiale senza il consenso degli interessati, dove il
Consiglio Ue potrebbe far passare un'eccezione legata alle
clausole di sicurezza nazionale. Col via libera delle
istituzioni Ue il testo tornerà in Aula a Strasburgo per
l'approvazione finale. L'imperativo e far di corsa, arrivando
all'ok finale entro l'anno. Ma la materia è spigolosa ma anche
inedita se si pensa che l'Ue si avvia ad essere la prima al
mondo a fissare delle regole nel settore. E anche i 27,
singolarmente, presto si muoveranno. Berlino, non a caso, ha
già annunciato di voler mettere un "guardrail" allo sviluppo
dell'Intelligenza Artificiale. (ANSA).
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>>>ANSA/I paletti dell'Eurocamera all'Intelligenza Artificiale
L'intesa al Pe, 'tecnologie nel rispetto di privacy e diritti'