(ANSA) - BRUXELLES, 24 MAR - "La risposta al divieto europeo
al motore endotermico deve partire dai territori, perché qui si
rischiano impatti sociali, occupazionali e di know-how che
saranno un punto di non ritorno per la nostra industria. Le
varie considerazioni espresse dai portatori di interesse
mostrano una preoccupazione comune: se sono condivisi gli
obiettivi della decarbonizzazione, diverso è l'approccio con il
quale giungerci". Così in una nota Danilo Oscar Lancini,
europarlamentare della Lega.
"Il costo sociale, industriale e occupazionale per il comparto
automotive, eccellenza nel bresciano e in Lombardia, rischia di
essere molto alto se non gestito con oculatezza ma in modo
ideologico. Siamo di fronte a un'importante transizione
industriale che impatterà da vicino il nostro territorio e tutte
le filiere presenti nella provincia di Brescia, non possiamo
permettere che per colpa delle scelte ideologiche di Bruxelles
tocchi al nostro territorio pagare il conto più alto", si legge
nella nota.
"Terminare oggi il motore endotermico in Europa significa
abbracciare la Cina, la sua produzione di veicoli elettrici, il
suo quasi monopolio sulle batterie e le materie critiche e le
terre rare: un prezzo che non possiamo pagare, e per il quale il
Governo italiano ha giustamente opposto delle critiche, anche
condivise da altri stati europei. L'impegno del Governo e di noi
europarlamentari della Lega è di mantenere alta la guardia
opponendoci a chi vuole smantellare la filiera italiana
dell'automotive, determinante per la capacità industriale e la
competitività dell'Italia e dell'Europa", conclude Lancini.
(ANSA).
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Auto: Lancini (Lega), stop 2035 è 'euromattanza' per Italia
'Costo sociale nel bresciano e in Lombardia molto alto'