(di Michele Esposito)
(ANSA) - BRUXELLES, 02 DIC - Lontano dai riflettori, senza
conferenze stampa programmate, senza annunci da dover fare: ad
Atene i Popolari europei si riuniscono in conclave e l'incontro
ha l'aria di essere di quelli importanti. Due giorni per dare il
via alla strategia elettorale da qui alle Europee del 2024 e per
sondare, al proprio interno, la solidità dell'intenzione di
voler continuare quell'asse con i Socialisti che è alla base
della 'maggioranza Ursula'. Con una suggestione che si apre
all'orizzonte: quella di rafforzare il dialogo - arrivando,
perché no, ad un'alleanza - con i Conservatori e Riformisti e
con Fratelli d'Italia in particolare.
Nella capitale ellenica sono atterrati una ventina di leader
tra capi di Stato e di governo: dal padrone di casa Kyriakos
Mitsotakis all'omologo croato Andrej Plenkovic, dal cancelliere
austriaco Karl Nehammer alla new entry slovacca, il premier
Eduard Heger. Per l'Italia sarà presente il vice premier e
ministro degli Esteri Antonio Tajani. Il Ppe dopo diversi mesi
passati a veder vincere gli altri in giro per l'Europa, 'sente'
la risalita. E guarda alle elezioni del 2023: Spagna, Polonia,
Grecia, Finlandia, innanzitutto. Le europee sono lontane più di
un anno e mezzo ma il presidente e capogruppo Manfred Weber ha
deciso di rompere gli indugi e iniziare una programmazione che
possa portare, tra l'altro, alla presentazione di uno
'spitzenkandidaten' forte per la Commissione. Ad Atene ci sono
anche la presidente dell'esecutivo europeo Ursula von der Leyen
e la presidente dell'Eurocamera Roberta Metsola, teoricamente
due candidate papabili.
Ma la riflessione più ampia e riguarderà le alleanze del
futuro. Il gruppo Ecr è in ascesa e porta in dote tre premier:
il polacco Morawiecki, il ceco Fiala e Giorgia Meloni. Una parte
del Ppe guarda a destra. "Non capisco perché non posso giocare
questa partita politica come si gioca in tutti gli altri Paesi",
ha spiegato il segretario generale del Ppe Thanasis Bakolas in
un'intervista a Politico. Dispensando complimenti per la premier
Meloni. "E pragmatica. È intelligente. È aperta....Se si
dimostrerà un leader credibile, un interlocutore serio,
dipenderà da lei", ha sottolineato Bakolas mettendo nero su
bianco le tre linee rosse del Ppe: essere pro-Europa, pro-Nato e
pro-Ucraina. Certo, il dialogo parte con un handicap: nel gruppo
Ecr siede il Pis, al governo a Varsavia e acerrimo nemico della
Piattaforma Civica guidata da Donald Tusk, 'big' del Ppe. Anche
per questo le elezioni in Polonia saranno decisive. Non a caso,
Bakolas ha parlato di Ecr come "una immagine doppia: una parte
ha pochissime differenze con me. L'altra parte è così lontana
che non posso lavorarci". Ma i Conservatori, dopo i primi due
anni e mezzo all'opposizione, sono parte della maggioranza che
sostiene Metsola. Gli equilibri, all'Eurocamera, potrebbero
cambiare. Tanto che, in una riunione a Bruxelles con Enrico
Letta e gli eurodeputati Pd, Irene Tinagli qualche giorno fa
lanciava un avvertimento: "Nel Ppe e in Renew ci sono delle
tensioni verso il conservatorismo, dobbiamo fare una riflessione
su queste dinamiche". (ANSA).
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>ANSA-FOCUS/ Ppe a conclave a Atene, prove di dialogo con Fdi
Segretario Bakolas, 'Meloni è pragmatica, vediamo se credibile'