(ANSA) - BRUXELLES, 17 NOV - Populisti e forze di estrema
destra europea soffiano forte sul fuoco della disgregazione,
alla ripresa dei lavori nel Parlamento europeo, dopo il massacro
di Parigi. Il clima di unità nazionale che ieri si è respirato a
Versailles, attorno a Francois Hollande, non contagia la
politica di Bruxelles, sempre più divisa e incattivita da
egoismi nazionali. Dopo lo shock del voto in Polonia, dove ha
trionfato la destra anti-Ue e la sinistra è rimasta fuori del
Parlamento, gli occhi sono puntati sulle imminenti elezioni
regionali in Francia. Prima del massacro di venerdì, il Front
National di Marine Le Pen era considerato ampiamente in testa.
Chissà se la svolta impressa dall'Eliseo possa riaprire i
giochi. Ad ogni modo, nel giorno in cui il Presidente
dell'Europarlamento Martin Schulz, l'Alto Rappresentante Ue
Federica Mogherini e Jean Claude Junker, osservano in Aula un
minuto di silenzio, gli ultras anti-europei, i greci di Alba
Dorata e gli ungheresi di Jobbik tornano a definire l'Unione
europea come un 'mostro', un "Frankenstein che vuole uccidere il
suo creatore". Gli attacchi di Parigi, attacca Georgios
Epiditios (Alba Dorata) "sanciscono la fine dell'Europa
multiculturale, multirazziale e multireligiosa: è chiaro a tutti
che italiani e greci possono integrarsi, cristiani e musulmani
molto meno. Sono convinto che ci saranno altri attacchi. E che
di fronte a questa enorme disgregazione - aggiunge - forze come
la nostra in tutta Europa guadagneranno consensi". Punto
cruciale per le destre estreme europee è porre un fine
all'ingresso di migranti. "Ora - attacca Epitidios - è
necessario fermare subito il flusso della migrazione e
riprendere politiche di sviluppo dei singoli Stati". Anche gli
ultras ungheresi di Jobbik, sul loro sito web insistono su
questo punto: "C'è un nesso fortissimo tra immigrazione e
terrorismo, un fenomeno fortemente in crescita da quando è
cominciata l'invasione. Tutte le politiche migratorie sono
fallite. Chi le ha sostenute - prosegue Jobbik - è
indirettamente responsabile di questo massacro". Di parere
opposto Gianni Pittella, presidente del gruppo europeo
socialista e democratico, che ieri era davanti al Bataclan per
deporre un fiore: "Invece di distruggere l'Europa, costruiamola
più forte, più capace, più soggetto, meno oggetto. E' l'egoismo
nazionale - osserva - che frena e blocca la creazione di
un'Europa efficiente e al passo con le sfide globali. Proprio i
limiti dell'approccio nazionale segnano il fallimento
dell'intelligence. Se fosse esistita un'intelligence europea o
almeno un migliore coordinamento europeo - conclude Pittella -
forse adesso non saremmo qui a piangere questi morti".(ANSA).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Populisti Ue all'attacco, fine del 'mostro Europa'
Pittella (Pd), con intelligence Ue avremmo evitato strage Parigi