(ANSA) - BRUXELLES, 7 NOV - Il tema del rimpatrio dei figli
dei foreign fighter trattenuti in Siria e in Iraq ed il loro
possibile rientro nell'Unione europea è stato il tema al centro
di uno scambio di vedute oggi al Parlamento Europeo. Al
dibattito in commissione Libe hanno partecipato oltre agli
europarlamentari anche il coordinatore europeo antiterrorismo
Christiane Hoehn ed esponenti dell'Alto commissariato Onu per i
diritti dell'uomo, dell'Ocam e di Save the Children.
"L'Unione Europea si impegni per garantire il rimpatrio dei
minori figli di foreign fighter, si tratta spesso di bambini
molto piccoli che non hanno colpe e sono essi stessi vittime di
crimini commessi da adulti, e lo stesso vale per quelli un po'
più grandi, la cui eventuale adesione a gruppi terroristici non
può ritenersi libera bensì, al contrario, frutto di
coercizione". E' quanto ha detto l'eurodeputata di Pd-S&D
Caterina Chinnici, durante il dibattito.
"È necessario - ha aggiunto - aiutare questi bambini a
rientrare, a superare i traumi vissuti e a reinserirsi in
società. Abbiamo il dovere di intervenire per restituire loro la
fanciullezza di cui sono stati privati. È compito innanzitutto
dei singoli stati, ma l'Unione deve dare il proprio contributo,
non può rimanere indifferente".
Allo scambio di opinioni oltre al coordinatore antiterrorismo
dell'Ue, Hoehn, anche Marie-Dominique Parent dell'ufficio
europeo dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti
dell'uomo, il direttore dell'Ocam (Organismo di coordinamento
per l'analisi della minaccia) Paul Van Tigchelt e Jacqueline
Hale, responsabile di Save the Children per le attività di
sensibilizzazione dell'Ue.
(ANSA).
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Rimpatrio dei figli dei foreign fighters, dibattito al Pe
Chinnici (Pd), Ue aiuti i minori a rientrare e a superare traumi