(ANSA) - BRUXELLES, 5 NOV - Abbandonare il sistema dei
'rebate', cioè dei rimborsi accordati ad alcuni Stati membri, a
partire dal primo gennaio 2021, giorno di entrata in vigore del
prossimo bilancio pluriennale dell'Ue. E' quanto chiedono 18
Paesi dell'Unione, fra cui l'Italia, in un 'non paper' fatto
circolare nei giorni scorsi fra le cancellerie europee. A non
aver firmato il documento sono, oltre al Regno unito, quelli che
assieme a Londra godono dei rimborsi, cioè Germania, Svezia,
Austria, Danimarca e Paesi bassi. A loro si aggiungono anche
Finlandia, Irlanda, Belgio e Croazia, che nel primo semestre
2020 avrà la presidenza di turno del Consiglio Ue.
Il non paper ricorda com'è nato il primo rebate per il Regno
unito nel 1984, quando il bilancio Ue era composto per due terzi
da spese per la politica agricola comune. Nella proposta della
Commissione per il 2021-2027, invece, "non c'è una singola
politica dominante", scrivono i firmatari. Inoltre, "tutti gli
Stati membri che godono di rimborsi sono nel gruppo dei più
sviluppati e contribuiscono in maniera minore al bilancio Ue in
proporzione al loro Rnl".
Secondo i dati pubblicati oggi dalla Commissione Ue, nel
2014-20 la Danimarca contribuisce ogni anno al bilancio
comunitario con, in media, lo 0,78% del Rnl. L'Olanda con lo
0,67%, la Svezia con lo 0,71%, la Germania con lo 0,75% e
l'Austria con lo 0,79%. Il contributo italiano è pari allo
0,85%.(ANSA).
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Bilancio Ue: Italia con 17 Paesi Ue chiede stop a 'rebate'
Appello per quadro finanziario 2021-27, 'oggi ingiustificati'