(ANSA) - BRUXELLES, 13 SET - Gli esigui contributi degli
Stati membri al Fondo per l'Africa; la necessità di rafforzare
la presenza dell'Alto commissariato per i rifugiati (Unhcr) e
dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) in
Libia, per migliorare le condizioni nei centri per i migranti; e
la modifica dell'articolo 25 del codice delle frontiere
Schengen, per l'introduzione di controlli collegati alla
minaccia del terrorismo: saranno questi i principali temi sul
tavolo del consiglio Interni Ue di domani, a cui è prevista la
partecipazione del ministro Marco Minniti.
FONDO UE PER L'AFRICA. Nonostante gli impegni presi nelle
scorse settimane da Spagna, Francia e Germania, per aiutare a
gestire i flussi nel Mediterraneo centrale, anche con risorse al
Fondo per l'Africa, ad oggi, le cancellerie di Madrid e Parigi
hanno versato solo tre milioni di euro, ciascuna. Berlino è il
secondo contributore con 13 milioni di euro, dopo l'Italia, che
ha versato 82 milioni. Secondo gli ultimi dati resi disponibili
dalla Commissione Ue, il contributo totale degli Stati membri si
ferma a 152,5 milioni. Il budget Ue impiegato è stato invece di
2,7 miliardi di euro, usato per dare il via a 117 programmi per
l'Africa. Come dichiarato dal presidente Jean Claude Juncker nel
discorso sullo stato dell'Unione: le risorse sono ora "a forte
rischio esaurimento". Una situazione che preoccupa l'Italia, in
prima linea sull'Africa, e in particolare sulla Libia. "Alle
parole" dei governi "seguano i fatti" ha richiamato Juncker.
Domani il pressing andrà avanti.
RAFFORZAMENTO PRESENZA UNHCR E OIM IN LIBIA. Commissione
europea e Italia, di recente investite da numerose critiche per
le condizioni dei migranti nei centri libici insisteranno anche
per rafforzare la presenza di Unhcr e Oim, riluttanti, a causa
delle condizioni di sicurezza nel Paese. La settimana
dell'assemblea generale dell'Onu, a New York, potrebbe essere il
momento per fare opera di persuasione. Intanto la missione
civile europea Eubam Libia, per l'addestramento al controllo
delle frontiere, da anni spostata in Tunisia per motivi di
sicurezza, potrebbe tornare nel Paese a partire da ottobre,
sulla base di un approccio graduale. Un segnale di coerenza.
MODIFICA CODICE FRONTIERE SCHENGEN. Anche se non è tra i punti
in agenda, si parlerà di estendere le possibilità di ripristino
dei controlli alle frontiere interne. Francia, Germania,
Austria, Danimarca e Norvegia hanno fatto circolare un 'non
paper' (documento ufficioso) in cui chiedono all'Ue di
modificare l'articolo 25, creando un meccanismo che permetta di
fare controlli alle frontiere, fino a quattro anni, in caso di
minaccia terroristica. Bruxelles è al lavoro su una proposta che
dovrebbe vedere la luce a fine mese.
PAESI TERZI SICURI. Prevista anche una discussione su come
abbassare gli standard del sistema comune d'asilo europeo per la
definizione di Paese terzo sicuro. L'obiettivo è allinearli a
quelli della Convenzione di Ginevra, meno stringenti. Un passo
per arrivare, in futuro, ad una lista europea dei Paesi terzi
sicuri, elemento chiave per la politica dei rimpatri.
Nel frattempo l'Ue ha già concordato procedure operative
tecniche per i rimpatri, col Bangladesh. Un caso pilota, dopo la
decisione dell'Unione di usare la leva dei visti. L'intesa sarà
adottata, a livello Ue, nei prossimi giorni.(ANSA).
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Migranti:Ue,da Francia-Spagna solo 3 milioni su Fondo Africa
Pressing per rafforzare presenza Unhcr-Oim in centri Libia