(ANSA) - BRUXELLES, 2 MAG - "Abbiamo investigato e preso
azioni": la leader birmana Aung San Suu Kyi, consigliere di
Stato e di fatto plenipotenziaria nell'esecutivo del suo
fedelissimo Htin Kyaw, difende l'operato del governo birmano
relativamente alla situazione nello Stato di Rakhine, dove nei
mesi scorsi si è svolta un'operazione militare che ha costretto
oltre 70 mila musulmani di etnia Rohingya a rifugiarsi in
Bangladesh e che è stata criticata dalla comunità internazionale
per presunti abusi delle forze di sicurezza.
"Nel Rakhine - spiega Suu Kyi, oggi in visita a Bruxelles,
durante una conferenza stampa con l'alto rappresentate Federica
Mogherini - ci sono due comunità che non si fidano l'una
dell'altra da decenni. Chiediamo solo tempo è un problema che
risale al 1800 e non lo risolveremo in una notte. Abbiamo fatto
tutto ciò che è in nostro potere".
"Non abbiamo in alcun modo ignorato le accuse di stupri e
omicidi - ha aggiunto -, abbiamo chiesto che i responsabili
siano processati. Abbiamo cercato di capire cos'è successo
davvero e abbiamo addirittura istituito tre corti speciali
nella regione per assicurarci che quelli accusati di qualsiasi
crimine non siano accusati ingiustamente".
"Per noi - ha detto Mogherini - è essenziale che le
condizioni di vita di tutte le comunità siano migliorate in modo
urgente. Noi condanniamo sempre ogni forma di violenza. Abbiamo
discusso di come possiamo aiutare a implementare le
raccomandazioni del rapporto Annan: è la via da seguire".(ANSA).
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Birmania: Suu Kyi, crisi Rakhine non si risolve in una notte
Mogherini, condanniamo ogni violenza, Ue pronta ad aiutare