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Turchia: Hahn, fatti preoccupanti ma dialogo è necessario

Avvicinamento con Mosca può essere positivo per soluzione Siria

Redazione Ansa

(ANSA) - BRUXELLES, 19 LUG - Ciò che sta avvenendo in Turchia suscita "qualche preoccupazione", ed è "chiarissimo" che un'eventuale reintroduzione della pena di morte sarebbe "motivo di esclusione a priori dai negoziati" per l'adesione all'Ue, ma "la Turchia è un nostro vicino e non possiamo non dialogarci".

Questo il messaggio del commissario Ue all'allargamento Johannes Hahn davanti ai membri della commissione affari esteri del Parlamento europeo, riunita in sessione straordinaria a Bruxelles. Al momento "si contano 8mila arresti nell'esercito e 12mila funzionari sospesi, trasferiti o licenziati nell'ambito della giustizia, dell'amministrazione ma anche dell'esecutivo - ha dichiarato Hahn - e non siamo ancora arrivati alla fine. Ad oggi almeno il 20% della magistratura risulta sospesa o trasferita, il che incide sulla qualità del funzionamento del sistema giudiziario". Negli ultimi mesi diversi provvedimenti del governo turco hanno "suscitato molte preoccupazioni", come "la revoca collettiva dell'immunità di alcuni parlamentari, l'arresto di giornalisti e di membri del mondo accademico", ha precisato Hahn, ma la non-reintroduzione della pena capitale è "criterio irrinunciabile" per portare avanti i negoziati di allargamento, "inutile discuterne oltre". "Non dimentichiamo che il 15% del Pil turco viene dal turismo, che è praticamente crollato in provenienza dall'Ue, cosa che ha gravi conseguenze per esempio sugli investimenti esteri già calati in passato", ha sottolineato il commissario.

"La Turchia per noi è il sesto partner commerciale, ma l'Europa per la Turchia è di gran lunga il primo. Di gran lunga siamo il primo investitore estero nel paese e il partner politico più affidabile", ha aggiunto. E sul rafforzarsi delle relazioni fra Ankara e Mosca, Hahn ha chiarito che la situazione potrebbe avere "sviluppi piuttosto positivi", in particolare per la risoluzione del conflitto in Siria. (ANSA).

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