(ANSA) - BRUXELLES, 3 FEB - L'Italia ha sbloccato formalmente
il finanziamento al fondo europeo da tre miliardi di euro per la
Turchia, ma considera la flessibilità "un diritto" e si aspetta
che sarà applicata - e quindi esclusa dal calcolo del deficit -
su tutto quanto speso "dall'inizio della crisi in Libia". Un
importo che - come ribadisce il ministero dell'Economia in una
nota - ammonta allo 0,2% del Pil. "Non c'è quindi alcuna
richiesta aggiuntiva" di flessibilità, insiste via XX Settembre,
sottolineando di aver inviato a Bruxelles "evidenza
dell'incremento di spesa dovuto alle circostanze eccezionali"
per i migranti sbarcati sulle coste italiane dal Nord Africa.
Intanto da Strasburgo Jean Claude Juncker si mostra
spazientito con i governi che "si occupano dei loro problemi
invece che di quelli dell'Europa". Rintuzza "certi colleghi" che
contestano il diritto della Commissione di valutare i bilanci,
rivendica con forza che sono i Trattati a stabilirlo ma assicura
che l'esecutivo "svolgerà il suo ruolo senza seguire stupide
politiche di austerità". E scandisce: "La Commissione ha
introdotto flessibilità che sono ampiamente sufficienti da
permettere, anche agli Stati più in difficoltà, di presentare
bilanci che rispettino tutte le regole".
L'ok di Roma al finanziamento che deve aiutare Ankara a
frenare il flusso di rifugiati verso la Grecia e la rotta
balcanica è stato formalizzato nella riunione degli ambasciatori
dei 28 (il cosiddetto Coreper) in cui è stato approvato il testo
giuridico dell'accordo politico: un miliardo verrà versato dalla
Commissione attingendo al budget comunitario, gli altri due
miliardi saranno versati dagli stati membri. La quota italiana è
di 224,9 milioni, la quarta più alta dopo Germania (427,5 mln),
Gran Bretagna (327,6 mln) e Francia (309,2 mln).
Ma dando il via libera di Roma, l'ambasciatore italiano
Stefano Sannino ha fatto mettere a verbale una nota in cui si
specifica che il governo "si attende che la Commissione Ue usi
un approccio coerente non prendendo in considerazione ai fini
del calcolo del deficit l'intero dei costi sostenuti dall'Italia
dall'inizio della crisi in Libia" perché - come specifica in
serata il Tesoro - "le coste italiane sono sempre state
interessate dallo sbarco di migranti provenienti dal Nord
Africa".
Sulla partita per la flessibilità, alla vigilia della
presentazione delle previsioni economiche d'inverno, oggi sono
tornati tanto Jean Claude Juncker quanto Piercarlo Padoan.
In un incontro con il collega britannico George Osborne
all'Aspen a Roma, il ministro dell'Economia ha sottolineato che
l'Italia chiede "una gestione della politica fiscale più
flessibile in base a regole che l'Europa ha stabilito, non che
ci stiamo inventando". Ha sottolineato che "lo sforzo" sulle
riforme portato avanti dal governo "ci dà diritto" alla
flessibilità sui conti pubblici. Ed è tornato a pressare la
Commissione perché la smetta di tenere in sospeso la spada di
Damocle. Ieri il Commissario Pierre Moscovici da Strasburgo ha
lanciato un appello perché finiscano le polemiche e Roma attenda
il mese di maggio, quando saranno presentate le valutazioni
delle finanziarie.
Oggi Padoan ha controreplicato: "Ci auguriamo che la risposta
sull'ammissibilità delle nostre richieste sia sciolta presto per
evitare di continuare ad avere un'incertezza che non aiuta la
crescita". Il ministro non ha fatto cenno a estensioni delle
richieste già presentate a ottobre al momento del deposito della
Finanziaria. Ovvero: 0,5% del Pil per le riforme (0,1 punti in
più rispetto a quanto allo 0,4% già accordato da Bruxelles lo
scorso anno), 0,3% per gli investimenti e 0,2% per i rifugiati.
"L'impostazione di politica economica del Governo quest'anno e
negli anni successivi - ha affermato Padoan - non cambia" e
punta su riforme strutturali e investimenti pubblici "che
permetteranno di utilizzare le clausole di flessibilità".
L'Italia, ha insistito, "non chiede nulla di incompatibile con
quelle regole" e "non chiede ulteriore flessibilità: non stiamo
chiedendo nulla di nuovo rispetto a quanto previsto dalla legge
di stabilità".(ANSA).
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Roma insiste: flessibilità nostro diritto,Ue risponda presto
'Fuori spese da inizio crisi Libia'.Juncker,no stupida austerità