(ANSA) - BRUXELLES, 13 OTT - Nei primi mesi del 2015 in
Europa sono arrivati 710.000 migranti, 129.000 in Italia. E
3.103 sono morti in mare, il 90% sulla rotta dalla Libia. Sono i
dati forniti da Frontex e dall'Oim, che fotografano le
dimensioni dell'emergenza che giovedì tornerà sul tavolo del
vertice dei leader europei. E che dovrà preparare, come scrive
Donald Tusk ai 28, a "milioni di potenziali rifugiati".
Dopo il summit di settembre, che su spinta italiana ha virato
verso una politica europea che coniuga identificazioni,
ricollocazioni e rimpatri in contemporanea ("c'è molto di
nostro" ha rivendicato Angelino Alfano in visita a Londra),
nelle conclusioni ci saranno "indicazioni molto operative e
dettagliate", come sottolineato dal sottosegretario agli affari
europei Sandro Gozi. Ma anche, come esplicitato anche da Tusk,
"il futuro del sistema di Dublino" con la valutazione di
"alternative".
La discussione più politica sarà però riservata alla cena a
porte chiuse, su Turchia e Siria. Per il conflitto da cui parte
l'ondata maggiore di rifugiati, i ministri degli esteri già ieri
hanno dato mandato a Federica Mogherini di lanciare un'offensiva
diplomatica per affiancare l'azione dell'inviato dell'Onu,
Staffan de Mistura, possibilmente coinvolgendo "tutti gli attori
rilevanti" per negoziare la transizione di Assad. E quindi anche
Iran, Russia, Arabia Saudita, paesi del golfo, la stessa Turchia
ma anche parti del regime siriano.
Nodo centrale sarà il rapporto con Ankara. Nella bozza di
conclusioni circolata oggi si promette che la messa in atto del
piano di azione per i migranti potrebbe accelerare la
liberalizzazione dei visti. Che è una delle "richieste" di
Erdogan. Ma fonti diplomatiche riferiscono che tra i 28 ci sono
ancora molte resistenze, su almeno altri due punti delicati. Le
diplomazie dei 28 sono fredde sull'idea di creare zone
smilitarizzate per i rifugiati in Siria su cui Erdogan insiste
molto. Mogherini ha fatto notare ieri che l'entrata in scena
della Russia dovrebbe spingere la Turchia a "ripensare" l'idea.
E la Germania è la capofila dei contrari all'inserimento della
Turchia nella lista dei 'paesi sicuri', ovvero quelli verso i
quali i richiedenti asilo potrebbero essere rispediti più
facilmente a casa. Nella lista ci sono tutti i paesi dei Balcani
occidentali candidati alla Ue, far fuori la Turchia sarebbe una
stonatura difficilmente digeribile per Ankara. Ma nella lettera
di invito al vertice, Donald Tusk sottolinea che "concessioni"
alla Turchia "sono giustificate quando sarà effettivamente
raggiunto l'obiettivo" di "ridurre effettivamente l'afflusso di
rifugiati".
Nel vertice si deciderà di accelerare sui rimpatri, col
mandato di creare "entro l'anno" un "ufficio dedicato"
nell'ambito di Frontex. Poi ci si propone di spingere per un
programma "personalizzato" di accordi con i paesi di origine,
con incentivi per accettare i rientri. In più c'è l'idea di
fornire 'lasciapassare' europei come documenti di viaggio per
chi viene rispedito a casa, che dovrebbero essere accettati da
paesi terzi. Poi per frenare il flusso si progettano centri
sicuri di accoglienza, che forniscano anche scuole e lavoro. Per
tenere i rifugiati lontani dall'Europa. (ANSA).
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Migranti: finora 710mila arrivi, oltre 3100 morti in mare
Giovedì misure emergenza. Turchia e Siria su tavgolo leader Ue