(ANSA) - VIENNA, 27 AGO - La dura realtà dell'emergenza
migranti ha portato tra i paesi dell'Ue e quelli dei Balcani
occidentali una nuova consapevolezza e paesi storicamente in
prima linea, come Italia e Grecia, da oggi sono un po' meno
soli: ognuno deve assumersi la sua parte di responsabilità
sull'immigrazione.
E' quanto emerge dal Vertice sui Balcani occidentali che si è
svolto oggi a Vienna dove i leader di Germania, Francia, Italia
e di tutti i paesi dell'area si sono dati appuntamento per fare
il punto su una crisi che in queste ultime settimane ha
raggiunto il suo picco anche lungo le rotte balcaniche. Proprio
oggi, in Austria, si è consumata l'ennesima tragedia: alcune
decine di profughi morti soffocati in un camion su un'autostrada
nell'est del Paese. "La durissima realtà", ha sottolineato il
ministro degli Esteri Paolo Gentiloni che ha espresso il suo
cordoglio al presidente austriaco Heinz Fischer, "ha fatto sì
che sia emersa finalmente una maggiore consapevolezza comune
nell'Ue e la necessità che ognuno si assuma la sua
responsabilità sull'immigrazione".
"Fino a tre mesi fa l'Italia e la Grecia sembravano da
sole", ha sottolineato il titolare della Farnesina che oggi ha
rappresentato l'Italia in un vertice al quale l'anno scorso il
nostro paese non era presente e che, invece, nel 2017 sarà
ospitato a Roma. Oggi Italia e Grecia sono un po' meno sole, è
la sensazione che Gentiloni ha avuto al palazzo imperiale di
Hofburg. "E' cambiato il clima, e' emersa la giusta
preoccupazione" sul fenomeno dell'immigrazione, anche da parte
dei paesi che nei mesi scorsi hanno avuto le reazioni più dure
agli appelli dell'Italia. Adesso la priorità è tradurre questo
cambiamento in fatti. Il peso dell'immigrazione "deve essere
distribuito in modo equo se vogliamo l'asilo europeo", ha detto
il capo della diplomazia italiana sottolineando la necessità di
rivedere progressivamente le regole di Dublino. Su questo,
l'Italia insieme con altri Paesi come la Germania darà un
importante contributo nei prossimi mesi", ha aggiunto.
Con la decisione di sospendere Dublino il governo di Angela
Merkel ancora una volta, ha assunto un ruolo di leadership nel
contribuire a un cambiamento di percezione all'interno dell'Ue.
A Vienna la cancelliera ha di nuovo sollecitato stati membri e
non alla solidarietà nei confronti dei profughi. "Siamo tutti
sconvolti dalla notizia agghiacciante dei profughi morti nel
tir. Questo è un ammonimento" all'Europa a offrire "solidarietà"
e "a trovare soluzioni, il mondo ci guarda". Parole forti quelle
della cancelliera che ha sottolineato che "l'Europa è un
continente ricco ed è in grado di affrontare l'emergenza e che
al momento "abbiamo più migranti in movimento in Europa di
quanti ce ne fossero dopo la seconda guerra mondiale". Ma un
monito forte oggi è arrivato anche da Bruxelles. "La Commissione
ha presentato la sua Agenda sull'immigrazione a maggio. Alcuni
ministri di Stati membri ci criticano per una nostra inattività.
Ma sono critiche ingiustificate. La colpa va data agli Stati
membri, non alla Commissione", ha tuonato il Presidente della
Commissione europea, Jean-Claude Juncker. Un ammonimento che in
serata si è trasformato in un appello ai 28, "anche a chi sinora
è stato più riluttante", ad agire in modo comune e solidale
perché siamo di fronte "non a una crisi italiana, greca,
franco-tedesca ungherese, ma europea". (ANSA)
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Gentiloni, su immigrazione finalmente non più soli
Merkel, da stragi ammonimento. Bruxelles,ora uniti e solidali