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Migranti, Juncker contro una 'fortezza Europa' senza cuore

Gentiloni apprezza. Mogherini, spero adozione piano a giugno

Redazione Ansa

(ANSA) - BRUXELLES, 4 GIU - "No ad una Ue chiusa e senza cuore". Di fronte alle resistenze di una dozzina di Paesi sulla proposta dell'esecutivo comunitario per un meccanismo temporaneo d'emergenza, per ridistribuire di 40mila richiedenti asilo siriani ed eritrei (24mila dall'Italia e 16mila dalla Grecia), il presidente della Commissione europea oppone la sua ferma intenzione ad andare avanti.

"La Commissione insisterà con gli Stati membri, per questa buona causa" dice Juncker perchè "non ci si può limitare a piangere guardando i tg" o a "stracciarsi le vesti e fare dichiarazioni altisonanti". Il Libano "accoglie due milioni di profughi, così la Giordania. L'Europa è il continente più ricco.

Non si può pensare di contingentare gli arrivi o chiudere le nostre frontiere".

A stretto giro arriva l'apprezzamento del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni alle parole di Juncker. Il capo della Franesina parla di "solidarietà" necessaria sia a livello nazionale, tra le Regioni per l'assorbimento delle quote dei migranti in arrivo, che a livello europeo, dove il pressing va avanti. Mentre l'Alto rappresentante Federica Mogherini auspica "che tutti gli Stati adottino a giugno il piano quasi rivoluzionario della Commissione e condividano le responsabilità".

Ma la strada, in vista della riunione dei ministri dell'Interno Ue del 15 giugno a Lussemburgo, è tutta in salita.

Molti ancora i nodi da sciogliere.

Lo scoglio principale sono i parametri per la chiave di distribuzione: su questo anche Spagna, Francia e Germania (che sul meccanismo di solidarietà alla fine dovrebbero dare il loro ok) hanno messo i puntini sulle i, auspicando "maggiore discussione".

Un dibattito che tuttavia, dalla presentanzione della proposta legislativa della Commissione fino alla prossima tappa del consiglio dei ministri Ue, non trova molte occasioni: la presidenza di turno lettone (la Lettonia con gli altri due Paesi baltici non è a favore alla redistribuzione) ha calendarizzato infatti solo due riunioni per la tessitura diplomatica.

Intanto il presidente dell'organizzazione no-profit Comitato 3 Ottobre (data ricordo della strage di Lampedusa del 2014) Tareke Brahne ha consegnato oltre 390mila firme al presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, chiedendo misure più efficaci alle istituzioni europee, per evitare nuove stragi di migranti nel mar Mediterraneo.

E l'Unhcr sollecita l'Europa a reinsediare ben più dei 20mila dai campi profughi, in due anni, previsti dalla proposta della Commissione Ue. L'Assistente Alto commissario per i rifugiati Volker Turk sottolinea in particolare il forte numero di arrivi in Grecia, attraverso la Turchia (secondo dati Frontex al 28 maggio, nel 2015 sono stati 39mila gli arrivi in Grecia; e 36mila in Italia). "Non ne abbiamo mai visti così tanti in Grecia negli anni precedenti - afferma -. Servono molte misure di solidarietà con i Paesi particolarmente colpiti".

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