(ANSA) - BRUXELLES, 27 GEN - Nel giorno in cui il Parlamento
ucraino marchia la Russia come "Paese aggressore" e le
repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk come
"organizzazioni terroristiche", l'Ue rimette sul tavolo
l'ipotesi di nuove sanzioni ma viene gelata dalla Grecia del neo
premier Alexis Tsipras. Il leader di Syriza, da sempre contrario
alla linea dura seguita dall'Ue nei confronti di Mosca, ad
appena 24 ore dal suo insediamento dà il tono di quella che si
preannuncia una relazione agitata, e disconosce la dichiarazione
congiunta dei 28 a favore di "ulteriori misure restrittive".
I capi di stato e di governo dei paesi Ue, infatti, in
un'inedita presa di posizione comune - e quindi anche a nome di
Atene - hanno chiesto alla vigilia della riunione straordinaria
dei ministri degli esteri convocata per giovedì dall'Alto
rappresentante Federica Mogherini di "considerare qualsiasi
azione adeguata, in particolare ulteriori misure restrittive,
per una veloce e piena attuazione degli accordi di Minsk". I
leader europei hanno puntato ancora una volta il dito sulla
Russia, che ha la "responsabilità" per il "sostegno continuativo
e crescente" dato ai separatisti.
Tsipras, tramite il suo segretariato, ha a sua volta puntato
il dito contro Bruxelles. Il comunicato a nome dei 28, recita
una gelida nota di Atene, "è stato emesso senza la prevista
procedura per ottenere il consenso dagli Stati, e in particolare
senza assicurarsi del consenso della Grecia. In questo contesto,
Atene non è d'accordo con la dichiarazione". La dura presa di
posizione del nuovo governo, anche se si riferisce all'aspetto
procedurale, di fatto diviene una plateale dimostrazione di
contrarietà alle nuove sanzioni alla Russia su cui Tsipras si è
sempre espresso contro. E nei corridoi di Bruxelles in effetti
era circolata una perplessità greca rispetto al testo, con
un'offerta del Consiglio europeo poi rifiutata di inserire una
nota in cui si precisava la posizione di Atene.
Gli ambasciatori dei paesi Ue - anche se è richiesta
l'unanimità per la loro adozione, che l'uscita di Atene mette in
dubbio - intanto continuano a lavorare a un ampio ventaglio di
possibilità di misure restrittive, da un nuovo giro di vite a
quelle economiche a nuovi nomi nella lista nera Ue.
La situazione nel sud-est del Paese, infatti, è di nuovo
incandescente dopo i trenta morti dei bombardamenti di Mariupol
e il continuo flusso di armi ai ribelli, mentre l'applicazione
degli accordi di Minsk appare un traguardo sempre più distante.
Lo scontro Kiev-Mosca continua a salire anche di tono politico,
al punto che lo stesso presidente russo Vladimir Putin, in una
telefonata al suo omologo francese Francois Hollande, ha
spiegato che il nuovo aumento della tensione è dovuto alla
decisione delle autorità di Kiev di cercare "una soluzione di
forza". E la Rada, in un documento approvato oggi, ha chiesto
"ai partner internazionali dell'Ucraina di non lasciare impuniti
i colpevoli dei crimini contro l'umanità commessi dall'inizio
dell'aggressione russa". Una gesto che Mosca ha subito bollato
come "irresponsabile e irriflessivo" e "probabilmente
finalizzato a bloccare le vie per la ricerca di un compromesso".
Le buone intenzioni dell'Europa di avviare la de-escalation con
Mosca sembrano essere tornate lettera morta. (ANSA).
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Ucraina: Ue verso nuove sanzioni, Grecia di Tsipras dice no
Scontro Putin-Kiev.Parlamento ucraino accusa,Russia è aggressore