(ANSA) - BRUXELLES, 17 NOV - Angela Merkel alza da Sydney
l'allarme per la situazione in Ucraina, la Nato conferma che
sono sempre di più gli aerei russi in volo attorno ai confini
dell'Alleanza, ma l'Unione europea sceglie una linea di "non
escalation" delle sanzioni. I ministri degli esteri si limitano
ad indicare che entro fine mese sarà deciso di allungare la
lista dei "separatisti ucraini" responsabili delle elezioni a
Donetsk e Lugansk.
La nuova linea europea arriva poche ore dopo l'avvertimento
lanciato dalla Cancelliera. La situazione può degenerare, dice,
ed in ballo, avverte, non c'è solo l'Ucraina ma "si tratta della
Moldova, della Georgia e, se si va avanti così, ci si può
chiedere se ci si debba interrogare anche sulla Serbia e sugli
stati dei Balcani dell'ovest". Ed aggiunge: "L'idea che una
guerra moderna possa essere circoscritta è un errore fatale. Da
una crisi regionale nei Balcani il conflitto divamperebbe in
poche settimane". Parole pronunciate a conclusione del G20 e
dopo il teso colloquio con Vladimir Putin.
A Bruxelles invece i ministri degli esteri europei, al primo
Consiglio della gestione di Federica Mogherini, cambiano tono
verso la Russia. Dopo mesi di escalation nelle sanzioni, le
conclusioni indicano che l'Europa considera sì "illegittime e
illegali" le elezioni del 2 novembre nel Donbass, insiste che
"non riconoscerà" l'annessione della Crimea, ma da una parte
ritiene indispensabile riprendere il dialogo con Mosca e
dall'altra sottolinea che l'appoggio europeo a Kiev è
condizionato all'agenda delle riforme.
La svolta è più nei toni che nella sostanza. Perché le
sanzioni economiche e finanziarie verso Mosca - che Paolo
Gentiloni definisce "un male necessario" - non si toccano. Ma il
nuovo capo della Farnesina, al primo Consiglio Esteri,
sottolinea ad esempio che anche "tutti, compreso il presidente
del Consiglio Renzi e la Cancelliera Merkel" a Brisbane,
"nonostante le forzature e gli atti dimostrativi", hanno "fatto
lo sforzo di tenere una discussione politica con Putin".
L'escalation delle sanzioni, che negli ultimi mesi sono state il
leit motiv di ogni riunione dei ministri degli esteri europei,
stavolta si è fermata. "Dobbiamo essere consapevoli - dice
Gentiloni - che sono uno strumento, un modo per reagire ad
azioni che riteniamo non accettabili". Il punto centrale però è
la Crimea, sulla quale c'è il muro contro muro con la Ue. Ma
Gentiloni lascia intendere che se ripartisse il dialogo con
Mosca, "anche quella potrebbe essere sul tavolo" nell'ambito di
un eventuale dialogo sull'assetto della regione.
Un dialogo che non sarà facile riannodare con Mosca.
L'impressione è che l'unica possibilità sia quella di trovare un
accordo di realismo, con rinunce che attualmente Kiev non sembra
disposta ad accettare.
Attorno al tavolo dei 28 "vari ministri" hanno chiesto a
Federica Mogherini la disponibilità ad andare a Mosca. Il nuovo
ministro degli esteri europei visiterà Kiev "non appena ci sarà
il nuovo governo", mentre per la visita in Russia ha
sottolineato la necessità che gli europei abbiano chiara la
linea. "Penso che questo passo possa essere utile" dice,
aggiungendo che sarà sì "opportuno parlarsi, ma anche capire di
cosa e perché". Insomma: "Non andare per andare, ma andarci solo
se ci sono le condizioni reali per una soluzione politica che
possa portare passi positivi sull' Ucraina e per le altre
preoccupazioni per la regione". (ANSA).
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Merkel alza allarme su Ucraina, ma Ue cerca dialogo
Gentiloni, sanzioni male necessario, deciso non fare escalation