(ANSA) - BRUXELLES, 24 FEB - L'Ucraina "liberata" grida
allarme default e tende la mano verso l'Occidente in cerca
d'aiuto. I soldi in cassa sono finiti e, secondo le previsioni
del ministro delle Finanze ad interim Iuri Kolobov, gli aiuti
macroeconomici di cui ha bisogno il Paese per il 2014-2015
potrebbero raggiungere quota 35 miliardi di dollari.
"Ue e comunità internazionale ora dovranno sostenere
l'Ucraina perché si allontani dal baratro economico", avverte il
presidente del Parlamento Ue Martin Schulz, mentre il presidente
della commissione parlamentare Affari esteri Elmar Brok parla di
un pacchetto di aiuti da venti miliardi dopo la firma
dell'Accordo di libero scambio, facendo riferimento anche a
sforzi bilaterali di vari Stati membri.
Intanto dalla Commissione si preferisce usare massima cautela
su cifre e strumenti. "L'Alto rappresentante Catherine Ashton è
sul terreno in queste ore proprio per incontrare i leader e
valutare tutte le opzioni possibili", spiega il portavoce
dell'esecutivo Olivier Bailly, che evidenzia come si sia
lavorato ad "un pacchetto" articolato "sul breve, medio e lungo
termine". Ma resta "l'importante condizione del programma di
riforme" che il Paese deve mettere in atto e l'Accordo "sul
tappeto", da firmare quando il processo di transizione politica
avrà fatto il suo corso. Dopo le elezioni del 25 maggio.
Di fatto si continua a parlare di un "compact" di aiuti con
partner e istituzioni finanziarie internazionali, con la regia
di Fmi, ed il coinvolgimento di Bei e Berd. Proprio oggi il
commissario alla Politica di vicinato Stefan Fule si è
incontrato col presidente della Berd. "Un appuntamento
programmato da tempo", viene fatto notare, ma nel corso del
quale non si è mancato di parlare del dossier Ucraina.
E un'altra fonte europea chiarisce: "Stiamo cercando il modo
più efficace e più veloce per dare aiuto. Occorre tuttavia fare
un'analisi tecnica per capire, ad esempio, come si sia arrivati
a mettere assieme la cifra dei 35 miliardi di dollari" di cui ha
parlato Kolobov. O quante siano effettivemente "le riserve
ancora in cassa".
Da Kiev si propone di organizzare una conferenza
internazionale dei donatori. Ipotesi che trova il favore del
ministro greco degli Affari esteri Evangelos Venizelos. "Bisogna
evitare una guerra civile, e l'affondamento finanziario ed
economico del Paese. Bisogna organizzare una conferenza
internazionale per evitare il fallimento dell'Ucraina", dichiara
Venizelos da Budapest, dove si è riunito con i ministri del "V4"
(Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e Slovacchia). "Non c'è
tempo da perdere" perchè, come ha confermato il presidente
ucraino ad interim, non ci sono più soldi nelle casse, mette in
guardia il capo della diplomazia francese Laurent Fabius, mentre
il presidente francese Francois Hollande telefona a Vladimir
Putin insistendo sull'importanza di una "transizione pacifica e
dell'integrità territoriale".
Mosca, che a novembre aveva spinto Kiev a non firmare
l'accordo con l'Ue, offrendole in prestito 15 miliardi di
dollari, oggi è tornata ad alzare i toni, denunciando come in
Ucraina stiano emergendo tendenze "dittatoriali", "metodi
terroristici" e "misure anti-russe". (ANSA).
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Kiev, servono 35 mld in 2 anni. Ue-Fmi valutano aiuti
Brok, pronti 20 miliardi. Schulz, ora dobbiamo sostenerli