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Ue rilancia politica commerciale tra difesa e apertura

Con screening investimenti e mandati'solo Ue'Australia-N.Zelanda

Redazione Ansa

(ANSA) - BRUXELLES, 14 SET - La Commissione Ue rimodula la sua politica commerciale puntando da una parte alla difesa degli interessi strategici europei, con un meccanismo di screening degli investimenti, e dall'altra prosegue sulla strada del multilateralismo presentando mandati 'solo Ue' per gli accordi di libero scambio con Australia e Nuova Zelanda, ma avviando la discussione con stati membri e rispettivi parlamenti su quello per una futura Corte multilaterale per gli investimenti. Sono le proposte adottate ieri con procedura scritta in occasione del discorso sullo Stato dell'Unione del presidente Juncker e presentate oggi dalla Commissione Ue. "Il nostro approccio è equilibrato e responsabile: se da un lato apriamo i mercati, dall'altro fissiamo norme e standard rigorosi per gestire la globalizzazione e garantiamo condizioni di parità", ha dichiarato il vicepresidente Jyrki Katainen nel presentare le proposte legislative. "Il regime Ue in materia di investimenti è e rimarrà uno dei più aperti al mondo", ha sottolineato, ma "non possiamo chiudere gli occhi di fronte al fatto che le acquisizioni estere possono in alcuni casi nuocere ai nostri interessi". Da qui il meccanismo di screening degli investimenti, fortemente sostenuto da Italia, Francia e Germania, che "farà la differenza perché aumenterà la trasparenza", anche se "sono sempre gli stati membri quelli che decidono sugli investimenti perché la sicurezza è e resta una competenza nazionale" e in questo ambito "il potere è sempre nelle loro mani". Sul fronte degli accordi commerciali, il nuovo approccio prevede di dividere i mandati tra le materie a competenza esclusiva dell'Ue che "sono il 95%" dove "l'ultima parola spetta solo al Consiglio e al Parlamento Ue", ha spiegato la commissaria al commercio Cecilia Malmstroem, da quelle come la protezione degli investimenti per cui serve anche il voto di tutti i parlamenti degli stati membri. "La sentenza della Corte di giustizia Ue sull'accordo con Singapore è stata molto utile", ha sottolineato, e in base a questa è stato disegnato il mandato per i negoziati con Australia e Nuova Zelanda dove è "incluso come in tutti gli accordi l'accesso agli investimenti" ma non la protezione degli investimenti "che può arrivare più tardi o avvenire anche in parallelo, non abbiamo ancora deciso". Su questo, però, come sulla nuova proposta di Corte multilaterale per per le dispute sugli investimenti che deve andare a sostituire i contestati meccanismi bilaterali come quello previsto dal Ceta, ci dovrà essere un dibattito con stati membri, parlamenti nazionali ed Europarlamento. (ANSA).

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