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Brevetti: studio Ue denuncia frammentazione europea

Diverse legislazioni nazionali incentivano solo multinazionali

Redazione Ansa

(ANSA) - BRUXELLES, 11 NOV - La frammentarietà della legislazione europea sui 'patent box' - brevetti e marchi protetti - genera incertezza professionale e non fa altro che aiutare le grandi multinazionali ad adottare pratiche di pianificazione fiscale aggressiva. Lo rivela uno studio della commissione affari economici (Econ) del Parlamento europeo condotto su dodici sistemi in altrettanti Paesi Ue sulla legislazione riguardante brevetti e marchi protetti. In Italia il decreto sul 'patent box' con i relativi sgravi fiscali è stato adottato lo scorso settembre.

Lo studio della commissione Econ rivela un quadro molto variegato in Europa, che vede la tassazione variare dallo zero in Paesi come Malta al 15% come nel modello francese. Diverso anche da Stato a Stato il trattamento delle spese e le detrazioni previste. Nel caso dell'Italia, le norme prevedono un'agevolazione fiscale per "brevetti, marchi, software protetto da copyright, disegni e modelli giuridicamente tutelati" pari al 30% nel 2015, al 40% nel 2016 e al 50% dal 2017 di tali redditi.

L'Italia, secondo lo studio, fa parte del primo gruppo di regimi individuati - insieme a Belgio, Paesi Bassi e Gran Bretagna - quelli più mirati a incentivare ricerca e sviluppo e innovazione. L'altro modello - Cipro, Francia, Ungheria - cerca di attrarre tutte le forme di beni immateriali.

Secondo gli esperti del Parlamento europeo, un sistema non uniforme a livello Ue non fa altro che agevolare "le pianificazioni fiscali aggressive delle multinazionali" che "cercano di sfruttare le falle dei due modelli". A questo riguardo, la Commissione europea è al lavoro da tempo a un sistema di tassazione comune per le imprese. (ANSA).

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