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Il sindaco di Varsavia, 'ora l'Ue sblocchi i fondi'

'È emergenza profughi, Bruxelles non penalizzi i polacchi'

Il sindaco di Varsavia, 'ora l'Ue sblocchi i fondi'

Redazione Ansa

VARSAVIA - "L'Ue deve sbloccare i fondi per la Polonia, soprattutto in questo momento" in cui il Paese è colpito dalla "più grande crisi migratoria e umanitaria in Europa dalla seconda guerra mondiale". È questo l'appello lanciato dal sindaco della capitale polacca, Rafał Trzaskowski, in un'intervista ad un gruppo di media internazionali, tra cui l'ANSA. Bruxelles deve "fare pressione sul governo perché rispetti lo stato di diritto, ma non voglio che i cittadini vengano penalizzati per il comportamento irresponsabile dell'esecutivo", ha spiegato il primo cittadino, sottolineando come questa sia anche la posizione ufficiale del Comitato europeo delle regioni e di Eurocities.

"Abbiamo mandato una lettera alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, firmata da città di tutta Europa", ha proseguito il sindaco, aggiungendo di aver più volte suggerito di "trasferire una parte dei fondi direttamente alle autorità locali e regionali", in prima linea nella gestione dell'emergenza profughi, "così come accaduto durante la pandemia".

Dall'inizio della guerra in Polonia sono arrivati 1,7 milioni di profughi, più di 300mila nella sola Varsavia. In due settimane la popolazione della capitale è aumentata del 15%.

"All'inizio il 97% dei profughi si è sistemato da amici e familiari", ha raccontato Trzaskowski, ma le cose stanno cambiando rapidamente: "Il 30% dei profughi ha bisogno di un alloggio e ci sono sempre più persone disorientate che non sanno dove andare". Il messaggio del sindaco al governo e alla comunità internazionale è netto: "siamo quasi al limite. Qui non si tratta di aprire un hotel o di trasformare un'istituzione della città in un hotel: questo lo facciamo ogni giorno. Il problema è che manca l'intero sistema", ha puntualizzato, ringraziando il lavoro cruciale di Ong e volontari. Sui quali, però il peso è enorme.

Per ora la pressione su Varsavia ha iniziato ad allentarsi.

Non solo sono diminuiti i flussi, ma il governo ha anche disposto più treni diretti in altre città della Polonia. La situazione però resta fluida. L'attacco alla base militare di Yaroviv a soli 20km dal confine polacco fa temere una nuova, massiccia ondata di profughi rifugiatisi nella parte occidentale dell'Ucraina, finora pressoché risparmiata dai bombardamenti. A questo si aggiunge quella che il sindaco considera "la più grande sfida", ossia l'attuazione della legge approvata nei giorni scorsi dal Parlamento polacco che concede ai profughi gli stessi diritti dei cittadini polacchi. "Un enorme peso" che ricadrà sulle "autorità cittadine", ha avvertito il sindaco, anche considerando che la metà dei rifugiati sono bambini. "Per ora circa 4mila bambini si sono iscritti alle scuole a Varsavia" e non è che una piccola parte dei circa 150mila minori arrivati.

Intanto nelle città europee ed italiane è scattata la gara di solidarietà. "Siamo in contatto con le città italiane, ho parlato con il sindaco di Firenze ad esempio, stiamo lavorando per affrontare insieme questa situazione difficile, una situazione - ha concluso - che ci riguarda tutti".

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