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Regioni europee, dopo 2020 semplificare norme fondi Ue senza tagli

Ok unanime CdR parere Marini-Schneider, no a macrocondizionalità

Catiuscia Marini con Michael Schneider

Redazione Ansa

BRUXELLES - Dopo il 2020, la politica di coesione europea deve diventare più semplice e flessibile, evitando i tagli ai fondi proposti dalla Commissione Ue e cancellando la cosiddetta 'macrocondizionalità economica', che prevede il blocco dei fondi per i Paesi che violano le norme di bilancio comunitarie. Inoltre, va tenuta alta la guardia contro una eccessiva centralizzazione della gestione delle risorse, preservando il ruolo chiave di regioni e città. Questi i messaggi principali del parere approvato all'unanimità dal Comitato europeo delle Regioni (CdR), elaborato dalla presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini e dal sottosegretario alla presidenza del Land Sassonia-Anhalt, Michael Schneider, rispettivamente capigruppo del Pse e del Ppe.

 

Il parere riguarda la nuova normativa 'ombrello' proposta dalla Commissione Ue, che regolerà sette diversi fondi Ue, dallo sviluppo regionale fino alle migrazioni. "Il nostro parere va nella direzione di esprimere l'importanza della politica di coesione per tutte le regioni e le comunità locali europee - ha dichiarato Marini - le altre istituzioni europee impegnate nel negoziato devono tenere conto del punto di vista delle Regioni. La nostra voce deve essere ascoltata". La governatrice ha insistito anche sulla necessità di chiudere i negoziati - che non "possono essere solo una questione fra Bruxelles e le capitali" - entro le elezioni europee di maggio, per "evitare di ricominciare da capo facendo ritardare tutto il settennato".

 

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