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Nanorestart, nanotecnologia salva opere di Pollock e Picasso

Finanziato dall'Ue, il progetto è promosso da Ateneo Firenze

Nanorestart, nanotecnologia salva opere di Pollock e Picasso

Redazione Ansa

BRUXELLES - Restaurare le opere di Pollock e Picasso, conservare l'arte moderna e riportare i dipinti al livello cromatico iniziale grazie alla nanotecnologia. E' il progetto Nanorestart, presentato a Bruxelles dal consorzio interuniversitario Csgi, la cui sede è l'università di Firenze, alla giornata europea dell'industria organizzata dall'Easme, l'agenzia Ue per le piccole e medie imprese.

 

"Il nostro progetto - spiega Piero Baglioni, professore dell'università di Firenze e direttore del Csgi - è dedicato all'arte moderna e contemporanea, dal Novecento a oggi. Si tratta di un'arte fatta con materiali inadeguati, particolarmente fragile, che può durare cinquant'anni prima che si degradi; per i restauratori è un incubo".

 

Dall'Istituto d'arte di Chicago, all'Accademia delle Belle Arti di Brera, dalla Tate Gallery di Londra all'Università di Santiago di Compostela: il nuovo metodo di restauro dedicato al patrimonio culturale è nato nel 2015, sostenuto da 27 partner in 12 Paesi diversi tra Europa, Stati Uniti e Brasile, e da Bruxelles ha ottenuto un finanziamento di quasi 8 milioni di euro. "L'obiettivo dell'uso della nanotecnologia nell'arte è ritardare il degrado, invertirlo e riportare le opere al loro livello cromatico iniziale - sottolinea Baglioni -. Noi di mestiere facciamo i chimici e i fisici, quindi sfruttando la chiamata europea riusciamo a fare qualcosa che nasce prima come una passione e che, altrimenti, non riusciremmo a fare".

 

Gel innovativi per rimuovere adesivi o scritte frutto di vandalismo sopra alle opere, nuovi materiali protettivi, fluidi e fibre consolidanti combinate con nanoparticelle. Questo è il pacchetto di restauro offerto ai musei ma anche ai privati, che possono ordinare i materiali direttamente online su questo sito. Tra i nomi di punta di chi ha già sperimentato il nuovo metodo, la Tate, una dei partner del progetto - dove è stato restaurato un Roy Lichtenstein -, e il Peggy Guggenheim Museum di Venezia.

 

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