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I tecnopoli emiliani, incontro tra innovazione e territori

Assessore Bianchi, nascono imprese e si trasferiscono tecnologie

La rete dei Tecnopoli dell'Emilia-Romagna per la ricerca industriale, l'innovazione e il trasferimento tecnologico

Redazione Ansa

BOLOGNA - Tenere insieme "innovazione e territorio" investendo "nelle imprese per quanto riguarda la ricerca e nelle persone per quanto riguarda le competenze". Unendo, già in fase preparazione dei bandi, Fondo Sociale Europeo - i fondi europei pensati cioè per le persone, la loro formazione, l'inclusione e il lavoro - e Fondo europeo di sviluppo regionale destinato alle imprese: "Il perno di questo è la rete dei Tecnopoli". A parlare è Patrizio Bianchi, assessore al coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro della Regione Emilia-Romagna.

 

"Un progetto complesso, realizzato con il contributo determinante dei finanziamenti europei", - ha spiegato all'ANSA Beatrice Covassi, a capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, secondo la quale ciò "dimostra come l'Europa sia importante per lo sviluppo del territorio e come Bruxelles sia tutt'altro che lontana".

 

Economista e già rettore dell'Università di Ferrara, Bianchi è stato, fin dalla precedente legislatura, uno degli artefici della rete dei Tecnopoli, progetto pensato per far incontrare ricerca e imprese partendo da quelle che sono le peculiarità dei singoli territori: "Noi abbiamo fatto una scelta: non un unico Tecnopolo. - ha detto Bianchi - Ma, sulla base di come è fatto il nostro territorio, una rete di Tecnopoli coinvolgendo tutte le sei università presenti in regione - quelle di Bologna e le sue sedi in Romagna, Modena e Reggio, Parma e Ferrara oltre alla Cattolica e al Politecnico a Piacenza". Proprio questa articolazione a rete ha permesso - ha spiegato l'assessore - "una fortissima azione che vede da una parte la promozione di nuove imprese, nuovi spin off da ricerca; ma soprattutto la creazione in ogni Università e in ogni istituzione nazionale di ricerca di uffici che permettono anche il trasferimento tecnologico alle imprese, soprattutto a quelle di piccola dimensione. Questa dimensione di incrocio, innovazione e territorio, è la chiave di lettura e se si vuole la best practice".

 

Ora lo sforzo che si sta facendo è quello di "coagulare questo sistema che potrebbe apparire disperso. E lo abbiamo fatto cominciando a lavorare su alcune grandi tematiche che fanno riferimento a un Tecnopolo ma poi si irradiano sugli altri. Come nel caso di Muner, legato all'automotive in cui le università hanno organizzato insieme corsi di laurea avanzati, attività di ricerca e attività di ricaduta". Muner, ovvero Motorvehicle University of Emilia-Romagna è l'associazione fortemente voluta dalla Regione che unisce atenei e imprese di eccellenza con radici qui come Lamborghini, Dallara, Ducati, Ferrari o Toro Rosso. "Ora - ha aggiunto Bianchi - stiamo lavorando allo stesso modo sulla parte del cibo". 

 

'Approcciare un Tecnopolo' è molto semplice: "I front office sono essenzialmente le università. Quindi - ha spiegato ancora Bianchi - se un'impresa fa automotive va al tecnopolo di Modena e comincia a parlare con loro ponendo il proprio problema. Loro chi sono? Professori universitari, docenti che finanziamo con le nostre borse di dottorato o con assegni di ricerca e insieme con loro affronta il tema. E' la cosa più semplice del mondo". Un caso particolare è il tecnopolo di Mirandola (Modena) nel cuore di uno dei distretti biomedicali più importanti al mondo, duramente colpito dal sisma del 2012. "Lì è stato fantastico - ha ricordato l'assessore -. Noi, quando ci siamo trovati il giorno del terremoto, avevamo un grande timore che le imprese potessero andarsene. Così insieme al Miur abbiamo giocato d'anticipo e abbiamo detto che davamo 50 milioni per la ricerca. Loro hanno ricostruito, ma noi abbiamo deciso di far lì un tecnopolo dedicato a questo settore mettendo insieme tutte le università e le imprese". Un successo sottolineato anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che l'ha visitato nel maggio 2017. Ora, la prossima tappa sarà la creazione di un 'luogo fisico' a Bologna dove, nell'area dell'ex Manifattura Tabacchi - troverà spazio tra l'altro, il Centro Meteo Europeo.

 

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