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Fondi Ue: i 28 chiedono un uso più semplice e flessibile

Cretu, rivedere regole ma no a legame con rispetto stato diritto

Corina Cretu - fonte: EC

Redazione Ansa

BRUXELLES - Semplificare e consentire maggiore flessibilità nell'uso dei finanziamenti. Sono le richieste sul futuro della politica di coesione avanzate dai ministri Ue al termine di un Consiglio dedicato alla questione. I 28 chiedono alla Commissione di "portare avanti un'analisi sulle complementarietà e le sovrapposizioni fra i vari fondi Ue in preparazione del periodo post 2020", si legge nelle conclusioni, ma anche di valutare la creazione di "una serie di regole principali comuni e semplificate a prescindere dalle modalità di gestione" dei fondi dopo il 2020. "Le regole complesse e dettagliate sono una delle cause principali di errori" nell'uso dei fondi, ribadiscono i ministri, che chiedono anche l'adozione di un solo sistema di controllo e di consentire maggiore flessibilità nell'uso dei finanziamenti per adattarli "alle sfide" attuali, come le migrazioni e la sicurezza.

 

"Dovremmo riflettere anche a come potremmo meglio collegare il semestre europeo alla revisione di medio termine della politica di coesione", ha sottolineato la commissaria Ue alle politiche regionali Corina Cretu, che ha suggerito anche di rivedere i prerequisiti che gli stati devono soddisfare per ottenere i fondi (la cosiddetta 'condizionalità ex ante'). Cretu si è però detta contraria a collegare gli esborsi al rispetto dello stato di diritto in un Paese, perché in questo modo si andrebbero solamente a "punire i cittadini". La proposta, sostenuta invece dall'Italia, secondo fonti Ue è stata appoggiata anche da Germania, Francia, Olanda, Belgio, Svezia e Finlandia.

 

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