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Corte Ue: caso Marche-Nerea, no a revoca fondi Ue

Se legittimamente versato prima di insolvenza beneficiario

Un'udienza della Corte di giustizia © Corte di giustizia Ue

Redazione Ansa

BRUXELLES - Se un aiuto con i fondi europei è versato legittimamente, questo non può essere revocato per la successiva insolvenza del beneficiario. Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue con una sentenza relativa a una controversia su cui è competente il Tar delle Marche e che riguarda gli incentivi concessi fra il 2012 e il 2013 alla società Nerea Spa. Nell'ambito di un intervento del Por (Programma operativo regionale) delle Marche, all'azienda erano stati accordati contributi per 144mila euro, la cui metà è stata subito versata nelle casse di Nerea. Dopo aver ultimato l'investimento agevolato, Nerea ha chiesto nel 2013 la liquidazione definitiva dell'importo ma poche settimane dopo ha proposto istanza di concordato preventivo presso il Tribunale di Macerata, la cui procedura è stata aperta nel 2014. A questo punto, l'Organismo Intermedio MCC SPA ha chiesto la revoca delle agevolazioni a causa della perdita dei requisiti di ammissibilità del finanziamento e, di conseguenza, la Regione ha revocato il contributo già concesso al 50%, chiedendone a Nerea la restituzione con gli interessi. La vicenda è finita davanti al Tar delle Marche, che a sua volta si è rivolto alla Corte Ue.

 

Con la sentenza di oggi i giudici del Lussemburgo hanno stabilito che, se nel momento in cui un aiuto viene concesso a un'azienda non sussistono i presupposti per l'apertura di una procedura d'insolvenza, il finanziamento resta legittimo e il regolamento non ne prevede la restituzione.

 

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