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A Parlamento europeo Manifesto italiano per città in salute

In 10 punti propone interventi concreti e azioni efficaci

A Parlamento europeo Manifesto italiano per città in salute

Redazione Ansa

ROMA - Dalla riduzione dello smog, alla lotta alla sedentarietà. E' stato elaborato dalla Delegazione italiana del Comitato Europeo delle Regioni e arriverà al Parlamento europeo il manifesto "La salute nelle città: bene comune". Il documento, che impegna a mettere in pratica iniziative concrete per promuovere benessere in contesti urbanzzati, è stato illustrato stamattina presso la sede dell'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci).

 

Nei prossimi decenni la popolazione urbana rappresenterà il 70% di quella globale e in Italia già oggi il 37% della popolazione risieda nelle 14 Città Metropolitane. Tra i dieci punti che il manifesto indica, innanzitutto accessibilità alle informazioni sanitarie e educazione sanitaria nelle scuole. Quindi incoraggiare stili di vita sani sul lavoro, promuovere cultura alimentare per prevenire l'obesità e ampliare l'accesso alle attività sportive, soprattutto per giovani e anziani. E ancora sviluppare politiche di trasporto urbano e promuovere l'adesione a programmi di prevenzione di malattie croniche.

 

"Non un libro dei sogni ma una proposta fatta propria dall'Europa, che si concretizzerà a maggio con un documento del Parlamento Ue che impegna gli stati membri a mettere in atto interventi efficaci", chiarisce Roberto Pella vicepresidente dell'Anci e coordinatore del gruppo di lavoro che ha prodotto il manifesto. "Intervenire è necessario - spiega Andrea Lenzi, presidente della Società di Endocrinologia - perché su alcune patologie tipiche dell'ambiente cittadino si agisce di più modificando gli stili di vita che dando un farmaco in più".

 

"I sindaci delle grandi città, anche se non hanno specifiche competenze, non possono non occuparsi di salute", sottolinea Enzo Bianco, presidente del Consiglio Nazionale dell'Anci. Tuttavia, "su un tema così fondamentale è necessario mettere non solo buone pratiche ma anche risorse economiche", sottolinea Daniela Sbrollini, vicepresidente Commissione Affari sociali della Camera - e questo è quanto prevede una risoluzione presentata in Commissione XII di cui sono prima firmataria, frutto di un lavoro parlamentare trasversale".

 

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