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Regioni Ue, politica coesione non si basi solo su Pil

Sì Comitato europeo a parere Catiuscia Marini

Catiuscia Marini al Comitato delle Regioni © CoR

Redazione Ansa

BRUXELLES - La politica di coesione dell'Ue, che con i suoi fondi strutturali e di investimento europei rappresenta uno strumento chiave per gli enti locali, non può basarsi solo sul criterio del Pil. A dirlo forte e chiaro sono città e Regioni Ue, con un parere messo a punto dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, approvato oggi dalla plenaria del Comitato delle Regioni Ue.

 

"Chiediamo che la Commissione europea affianchi ad un indicatore importante come il Pil e il Pil pro capite, con cui si misura lo sviluppo delle Regioni all'interno dell'Unione europea, anche altri indicatori" afferma Marini, alla guida del gruppo dei socialisti al Comitato delle Regioni Ue. "Lo sviluppo e la coesione sociale - spiega la presidente dell'Umbria - si misura con la capacità di vincere diseguaglianze e forme di povertà, si misura sulla qualità ambientale", dall'aria ai rifiuti, fino a istruzione, benessere sociale, welfare. "Per questo spingiamo perché i dati di Eurostat possano costruire indicatori che servano nella nuova programmazione dei fondi strutturali" afferma Marini.

 

La commissaria alle Politiche regionali, Corina Cretu, ritiene "significativo" questo lavoro, anche se la riflessione sulla nuova politica di coesione è ancora all'inizio. "Noi pensiamo che questo sia un lavoro che richiede un tempo, di una condivisione tecnico scientifica ma anche politica" risponde Marini, secondo cui "bisogna attrezzare anche le regioni ad avere indicatori signficativi comparabili a livello europeo: la qualità della vita non si misura solo con Pil pro capite e vogliamo attrezzarci in tempo utile sia per il revisione nel corso del settennato, ma soprattutto per quel che accadrà dopo il 2020".

 

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