(ANSA) - BRUXELLES, 29 SET - Orari stabiliti dall'alto,
richieste impreviste nel tempo libero ma flessibilità su
permessi o ferie brevi. Sono alcune delle principali
caratteristiche dell'organizzazione del lavoro in Europa nel
2019 che emergono da una pubblicazione di Eurostat.
Per il 61% dei lavoratori europei (circa 118 milioni su 194
milioni) l'orario di inizio e di fine della giornata lavorativa
è stabilito dal proprio datore, ente o clienti, riporta
l'ufficio di statistica dell'Ue. Una condizione valida
soprattutto per i lavoratori di Bulgaria (80%), Lituania e
Ungheria (entrambe al 79%). Gli italiani si piazzano sopra la
media Ue, intorno al 70%. Al contrario, i lavoratori con
maggiore potere sul proprio orario sono in Finlandia, dove a
decidere è il datore solo nel 30% dei casi, e in Svezia (35%).
La decisione sull'orario di lavoro è presa da datori o clienti
più spesso per le donne che per gli uomini: 63,9% contro 58,1%.
Quasi un lavoratore su cinque (17%), inoltre, riferisce di
essere stato contattato più volte durante il tempo libero e uno
su quattro (23%) saltuariamente. A registrare una percentuale
più alta in media sono gli autonomi (24,1%).
D'altra parte, prendersi una o due ore di pausa per questioni
personali con un breve preavviso è considerato 'molto' o
'abbastanza facile' per il 66% dei lavoratori europei. Anche
prendersi uno o due giorni di ferie con poco preavviso è stato
'molto' o 'abbastanza' facile per la maggioranza degli occupati
(55%). (ANSA).
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Lavoro: Eurostat, in Ue orario deciso da datori in 61% casi
40% lavoratori contattati in tempo libero ma permessi flessibili