(ANSA) - BRUXELLES, 11 OTT - "I diritti dei lavoratori
autonomi, gli atipici e i freelance in Europa, che al giorno
d'oggi rappresentano circa il 10% della forza lavoro totale, non
sono adeguatamente tutelati". E questo "avviene in moltissimi
paesi europei, Italia compresa". E' la denuncia all'ANSA del
segretario generale della Confederazione europea dei sindacati
(Ces) Luca Visentini, in occasione della presentazione
dell'ultimo rapporto presentato oggi dall'organizzazione.
Sul fronte italiano sono stati fatti progressi, spiega il
documento, grazie al Jobs Act e al decreto del 2015 che "ha
aumentato la pressione per firmare accordi, rendendo una
precondizione necessaria gli accordi collettivi per un settore
specifico per l'utilizzo di lavoratori co.co.co". A fine 2015
erano state così siglate intese per coprire i lavoratori di call
center, istituti per il recupero crediti, organismi di ricerca,
università e scuole private, ong e organizzazioni di training
occupazionale. Questo, afferma Visentini, ha permesso "alcuni
passi avanti in particolare per la situazione dei co.co.pro, con
circa 100.000 persone raggiunte da contratti collettivi negli
ultimi anni" in Italia, ma non abbastanza in quanto, sottolinea
il segretario generale del Ces, "c'è ancora moltissimo da fare
per tutelare pienamente i lavoratori autonomi, gli atipici e i
freelance in Italia".
Per esempio, ricorda lo studio, in Germania, Spagna, Olanda,
Svezia, Danimarca, Irlanda, Belgio, Italia e Gran Bretagna la
legislazione sulla concorrenza o limita la tipologia di
lavoratori freelance che possono condurre negoziati collettivi
su salari e condizioni di lavoro (eccezione solitamente di
giornalisti e lavoratori di cultura e spettacolo) o rende
difficile concordare i tariffari in quanto i lavoratori devono
essere economicamente dipendenti da un solo committente. Ancora,
in Belgio, Bulgaria, Cipro, Francia, Germania, Italia, Lettonia,
Lituania, Malta, Olanda e Norvegia non c'è accesso ai sussidi di
disoccupazione per gli autonomi.
"Nella lotta per la promozione e la tutela dei diritti, il
sindacato europeo non fa distinzione tra dipendenti e lavoratori
autonomi e chiede a gran voce alle istituzioni europee che
vengano rimossi tutti gli ostacoli che attualmente impediscono
la negoziazione collettiva e che vengano definite regole che
stabiliscano un quadro legale comune per tutti i lavoratori in
Europa", sottolinea Visentini, ricordando che "la battaglia che
stiamo facendo per la piena realizzazione del pilastro europeo
dei diritti sociali, in particolare sulla direttiva 'Condizioni
di lavoro trasparenti e prevedibili' attualmente in discussione,
va proprio in questa direzione".(ANSA).
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Sindacati Ue, 10% lavoratori senza tutele, anche in Italia
Visentini,'passi avanti su cocopro ma molto da fare per atipici'